Rullo sui tamburi per dissetare l'Africa
Com'è nato Rezophonic?
"Colpa" di una caramella...
Come?
Ero in Africa con la Nazionale artisti tv. Un VentaClub bellissimo, in Kenya. Ma volevo vedere com'era la vita vera, al di là delle reti. Destino vuole che con noi ci fosse Icio de Romedis, consigliere di Amref. Mi sono aggregato a una loro spedizione nei villaggi. Distribuivano penne, quaderni, caramelle…
Appunto...
Un bambino, dopo averne presa una, è corso verso di me. "La vuoi? – mi dice – è buonissima!"
Colpito e affondato.
In un attimo ho rivisto tutte le "caramelle", anche in senso lato, che avevo sprecato. E la dignità di quel bimbo, pronto a regalare, cozzava con la continua ricerca di soldi e cose in cui ci affanniamo. Sono tornato e ho pensato: Per 20 anni ho fatto un lavoro stupendo, ma "inutile". È ora di fare qualcosa…
Mica facile: lei è un batterista.
Quando sono andato in Africa avevo quasi smesso, per seguire l'inizio di Rock Tv, il canale musicale che ho fondato con tre amici. Avevo però in cantiere un disco-tributo, con tutti i miei amici - Saturnino, Grignani, Negramaro, Roy Paci, Lacuna Coil e mille altri. Ma quel bambino mi aveva scombussolato i piani.
Niente disco?
No, ma al posto di farne uno di Mario Riso, che sarebbe andato a prender polvere nei negozi, ho chiesto agli amici di partecipare a un disco-progetto…
…Rezophonic…
…per costruire pozzi d'acqua in Africa. O meglio: per aiutare Amref, che insegna ai locali a costruirli da sé. E li educa, spiegando che l'acqua per gli uomini va separata da quella per gli animali. O che vicino al pozzo è bene mettere un banano, che assorbe l'acqua che, cadendo, creerebbe un habitat ideale per le zanzare della malaria…
Ma come si arriva dal disco ai pozzi?
Io ho voluto dare tutto il ricavato, quindi ho ceduto ad Amref la proprietà del disco. Così i soldi non passano neppure da me, ma vanno tutti in Africa. Finora abbiamo raccolto più di 100mila euro, dato da bere a seimila persone, costruito 36 pozzi. Presto saranno 40. Punto a 67, uno per ogni artista nel disco.
È più tornato in Africa?
Ogni anno! Una volta delle donne mi dissero che con il pozzo non dovevano più camminare per 10 ore al giorno per prender l'acqua. E i loro bimbi che finalmente potevano stare con le loro mamme. L'anno dopo sono tornato con Pau dei Negrita e Roy Paci. I bimbi hanno fatto una recita in cui dicevano: "Adesso beviamo acqua pulita e la pancia non ci fa più male. Però ci tocca andare a scuola…"
Al di là del progetto, quanto è cambiata la sua vita di tutti i giorni?
Completamente. Perché quando hai un problema al lavoro, o litighi con la fidanzata e ti senti uno sfigato, ti vengono in mente quei posti. Realizzi il privilegio che sta in un gesto banale come aprire un rubinetto. Noi siamo nella condizione di chi ha mangiato primo e secondo e deve capire se vuole il dolce. Ma c'è chi non ha neppure mangiato.
La sua è una conversione!
In realtà ero già un po' predisposto. Mi chiamo Riso, e ci ho sempre visto una benedizione: ho fatto una vita felicissima, e ne sono consapevole. La mia famiglia mi ha trasmesso un codice etico – non religioso, né politico – fortissimo. E mi son sempre detto che sono vivo non per respirare, mangiare e accoppiarmi, ma per lasciare qualcosa di più profondo. L'ho fatto nei dischi, insegnando batteria, con Rock tv. E ora con Rezophonic…
La musica è una costante.
Mi sono innamorato della batteria a 13 anni, ma per averne una ho dovuto lottare. I miei pensavano fosse una delle mie solite "fisse": quando volevo fare il calciatore con le scarpette ci andavo anche in strada… Ma quando hanno visto che mi sono tagliato i capelli e ho venduto i miei dischi per comprarla, hanno ceduto. Da allora suonavo 12 ore al giorno. Facevo colazione e guardavo i Vhs per migliorare la tecnica…
E s'è fatto conquistare dal rock duro. Ma non era la "musica del diavolo"?
Rezophonic è la risposta alle troppe fesserie che sono state dette sul rock, basti pensare alla faccenda delle Bestie di Satana. Il rock mi ha fatto crescere con la voglia di vivere, di fare. Altro che diavolo…
Ha lavorato con moltissimi big della musica. A quali è più legato?
I Royal Air Force, il gruppo con cui ho cominciato. I Movida, la mia band. E poi Jovanotti e Grignani, con cui ho fatto La fabbrica di plastica , che per me è uno dei più bei dischi mai fatti in Italia. Anche se…
Se?
Trovo assurde le classifiche: la musica è una forma d'espressione, non puoi fare confronti!
Ma che cos'è, per lei, suonare la batteria?
Sa una cosa? Credo non ci sia una foto mia mentre suono in cui non sorrido…
Davide Casati dcasati@rcs.it
http://city.corriere.it/news/articolo.php?tipo=persone&id=64850
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