Per la legge sono ancora una ragazza
Daniele Brattoli Ha 23 anni, studia legge, fa due lavori e volontariato, ha sempre la battuta pronta. È il classico bravo ragazzo che piace alle mamme. Se non fosse che è nato femmina.
Cosa succede quando la gente vede la tua carta di identità?
"Di solito pensano che mia madre sia stata talmente "fuori" da darmi un nome da donna. Nessuno pensa che esistono transessuali dal femminile al maschile, i ragazzi T, come diciamo noi".
Mai avuto problemi?
"In università finora no: ho chiesto di mettere sul libretto il cognome con il nome puntato. È diverso quando vado a votare, come l'anno scorso".
Cos'è successo?
"Ho dovuto mostrare tutti i miei documenti, perché nonostante ci fosse la mia foto di adesso, visto il nome non volevano farmi votare".
Hai spiegato che sei in transizione?
"Guarda, io ne parlo volentieri nel contesto giusto. Ma quando la gente non vuole ascoltare, no. E io ci rido sopra. Ma altri, che magari hanno i loro problemi o sono più soli, dopo una cosa così non vanno più a votare, non vanno in vacanza, non fanno più niente. Finché non ti operi vivi in questo limbo".
Perché?
"Per cambiare i dati anagrafici ci vuole l'asportazione di utero e ovaie, autorizzata dal tribunale dopo un percorso psicologico".
Tu cosa hai fatto?
"Due anni fa ho iniziato a prendere ormoni su indicazioni del medico".
Così ha iniziato a crescerti la barba...
"C'è voluto un po'. E cambiano anche altre cose: i peli, la muscolatura, la mascella, gli zigomi. Il collo si allarga. Prima di iniziare la transizione non avrei mai immaginato i miei lineamenti di ora!"
Come ci si sente a cambiare così?
"È emozionante. I primi 5 mesi li passi allo specchio, a cercare il primo pelo, i muscoli, a registrarti la voce".
Con le ragazze come va?
"Sono un pessimo tacchinatore! Per fortuna gli incontri capitano lo stesso. Di solito spiego prima come stanno le cose".
Mai avuto brutte reazioni?
"Per ora non ho mai avuto rifiuti".
Allora le donne sono molto aperte...
"Dipende… lì è anche furbizia, non andrò mai a cercare in discoteca. Perché lì, al 90% trovo una che mi dice, io cosa me ne faccio di te che non hai un pisello?! Potresti fartene, ma non vuoi saperlo…".
Sei fidanzato?
"No, ma da poco ho conosciuto una ragazza filippina. È l'unica finora che da quando sa di me non mi ha riempito di domande sul percorso. È bello: ti fa capire che la transizione è una parte di te, anche importante, ma che può essere scoperta poco alla volta, come il resto.
Ma ora ti senti un uomo?
"Di sicuro non sono donna. All'inizio ero convinto di voler diventare un maschio dalla testa ai piedi. Ora mi sento un ragazzo T. Un ragazzo, ma con un percorso diverso da quello del mio amico Francesco. Per me, che un maschio mi dia la mano invece di due baci sulla guancia, è una conquista. Andare in un bagno maschile è una conquista".
Quindi?
"Me le assaporo di più. E quando le cose non sono scontate, ci ragioni sopra. Così mi sono reso conto che l'identità di uomo non fa tutta per me".
Cosa non ti piace?
"Questa idea di dover per forza essere grandi grossi, belli, forti, di dover costruire una famiglia da 17 figli, mantenere moglie e amante... sono tutti stereotipi che in un ragazzo sono devastanti. E l'omofobia: la paura dell'uomo, tipica di certi maschi, non mi appartiene. O il fatto che spesso non hanno idea di come è fatta una donna. Sono i primi che si devono rapportare con una donna, e non sanno come fare".
Così la tua idea di uomo è cambiata...
"Sì, mi sono infiltrato e ne ho scoperte tante! Per esempio al lavoro, in pizzeria, c'era questa signore che veniva spesso dopo che era stato con una prostituta. Finché io non ho iniziato la transizione, parlava solo col mio capo. Dopo, ha iniziato a raccontarmi cosa facevacon la prostituta. Come se volesse crescermi, perché mi vedeva come il ragazzino che doveva imparare. Allucinante".
Come immagini il tuo futuro?
"Penso che se affronti una transizione, poi hai la forza per affrontare più o meno tutto. Io sono sereno, perché mi sono preso una seconda possibilità. E visto che è una seconda possibilità non voglio perdermi nulla: né l'istruzione, né il futuro lavorativo, né gli amici".
Pensi che ti opererai?
"Ho appena ricevuto l'autorizzazione del giudice e penso che andrò avanti con l'isterectomia [l'asportazione dell'utero], per avere i documenti".
Se tu potessi cambiare il nome anche senza, la faresti?
Forse sì, ma non così in fretta. Mi opererei prima al petto. Da questo punto di vista sei costretto. All'inizio sentivo pressioni a fare anche la ricostruzione [ del pene, ndr ] perché l'idea che ha in testa è quella: per essere un uomo devi avere quello, punto. Adesso no. Sto bene così".
Ma non è troppo innaturale?
"No. È innaturale dare una direzione sola alle cose".
Elena Tebano elena.tebano@rcs.it
da: http://city.corriere.it/news/articolo.php?tipo=persone&id=64611
Cosa succede quando la gente vede la tua carta di identità?
"Di solito pensano che mia madre sia stata talmente "fuori" da darmi un nome da donna. Nessuno pensa che esistono transessuali dal femminile al maschile, i ragazzi T, come diciamo noi".
Mai avuto problemi?
"In università finora no: ho chiesto di mettere sul libretto il cognome con il nome puntato. È diverso quando vado a votare, come l'anno scorso".
Cos'è successo?
"Ho dovuto mostrare tutti i miei documenti, perché nonostante ci fosse la mia foto di adesso, visto il nome non volevano farmi votare".
Hai spiegato che sei in transizione?
"Guarda, io ne parlo volentieri nel contesto giusto. Ma quando la gente non vuole ascoltare, no. E io ci rido sopra. Ma altri, che magari hanno i loro problemi o sono più soli, dopo una cosa così non vanno più a votare, non vanno in vacanza, non fanno più niente. Finché non ti operi vivi in questo limbo".
Perché?
"Per cambiare i dati anagrafici ci vuole l'asportazione di utero e ovaie, autorizzata dal tribunale dopo un percorso psicologico".
Tu cosa hai fatto?
"Due anni fa ho iniziato a prendere ormoni su indicazioni del medico".
Così ha iniziato a crescerti la barba...
"C'è voluto un po'. E cambiano anche altre cose: i peli, la muscolatura, la mascella, gli zigomi. Il collo si allarga. Prima di iniziare la transizione non avrei mai immaginato i miei lineamenti di ora!"
Come ci si sente a cambiare così?
"È emozionante. I primi 5 mesi li passi allo specchio, a cercare il primo pelo, i muscoli, a registrarti la voce".
Con le ragazze come va?
"Sono un pessimo tacchinatore! Per fortuna gli incontri capitano lo stesso. Di solito spiego prima come stanno le cose".
Mai avuto brutte reazioni?
"Per ora non ho mai avuto rifiuti".
Allora le donne sono molto aperte...
"Dipende… lì è anche furbizia, non andrò mai a cercare in discoteca. Perché lì, al 90% trovo una che mi dice, io cosa me ne faccio di te che non hai un pisello?! Potresti fartene, ma non vuoi saperlo…".
Sei fidanzato?
"No, ma da poco ho conosciuto una ragazza filippina. È l'unica finora che da quando sa di me non mi ha riempito di domande sul percorso. È bello: ti fa capire che la transizione è una parte di te, anche importante, ma che può essere scoperta poco alla volta, come il resto.
Ma ora ti senti un uomo?
"Di sicuro non sono donna. All'inizio ero convinto di voler diventare un maschio dalla testa ai piedi. Ora mi sento un ragazzo T. Un ragazzo, ma con un percorso diverso da quello del mio amico Francesco. Per me, che un maschio mi dia la mano invece di due baci sulla guancia, è una conquista. Andare in un bagno maschile è una conquista".
Quindi?
"Me le assaporo di più. E quando le cose non sono scontate, ci ragioni sopra. Così mi sono reso conto che l'identità di uomo non fa tutta per me".
Cosa non ti piace?
"Questa idea di dover per forza essere grandi grossi, belli, forti, di dover costruire una famiglia da 17 figli, mantenere moglie e amante... sono tutti stereotipi che in un ragazzo sono devastanti. E l'omofobia: la paura dell'uomo, tipica di certi maschi, non mi appartiene. O il fatto che spesso non hanno idea di come è fatta una donna. Sono i primi che si devono rapportare con una donna, e non sanno come fare".
Così la tua idea di uomo è cambiata...
"Sì, mi sono infiltrato e ne ho scoperte tante! Per esempio al lavoro, in pizzeria, c'era questa signore che veniva spesso dopo che era stato con una prostituta. Finché io non ho iniziato la transizione, parlava solo col mio capo. Dopo, ha iniziato a raccontarmi cosa facevacon la prostituta. Come se volesse crescermi, perché mi vedeva come il ragazzino che doveva imparare. Allucinante".
Come immagini il tuo futuro?
"Penso che se affronti una transizione, poi hai la forza per affrontare più o meno tutto. Io sono sereno, perché mi sono preso una seconda possibilità. E visto che è una seconda possibilità non voglio perdermi nulla: né l'istruzione, né il futuro lavorativo, né gli amici".
Pensi che ti opererai?
"Ho appena ricevuto l'autorizzazione del giudice e penso che andrò avanti con l'isterectomia [l'asportazione dell'utero], per avere i documenti".
Se tu potessi cambiare il nome anche senza, la faresti?
Forse sì, ma non così in fretta. Mi opererei prima al petto. Da questo punto di vista sei costretto. All'inizio sentivo pressioni a fare anche la ricostruzione [ del pene, ndr ] perché l'idea che ha in testa è quella: per essere un uomo devi avere quello, punto. Adesso no. Sto bene così".
Ma non è troppo innaturale?
"No. È innaturale dare una direzione sola alle cose".
Elena Tebano elena.tebano@rcs.it
da: http://city.corriere.it/news/articolo.php?tipo=persone&id=64611
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