La solitudine dei numeri primi
Il libro dell’anno per me è La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano,un libro molto avvincente…
Mi chiamo Agnese e ho 20 anni.
In questo romanzo ho ritrovato tanto della mia sofferenza,tanto da aver provato tristezza e sofferenza insieme ad Alice e Mattia, mi sono sentita male e avrei voluto smettere di leggere il libro e non completarne mai la lettura. Invece,non solo l’ho letto tutto, ma l’ho letto tutto d’un fiato, in pochi giorni; quasi una sfida verso me stessa!
Gli errori dei genitori che si ripercuotono sui figli, l’orrore del liceo, l’autolesionismo, tutte ferite che si portano dentro.
A pagina 117, capitolo 20, Paolo Giordano scrive così: “ Gli anni del liceo erano stati una ferita aperta, che a Mattia e Alice era sembrata così profonda da non potersi mai rimarginare. C’erano passati attraverso in apnea, lui rifiutando il mondo e lei sentendosi rifiutata dal mondo, e si erano accorti che non faceva poi una gran differenza.”
Anche per me il liceo è stata ed è una ferita aperta che non riesce a rimarginarsi. Nella maggior parte dei casi, a scuola e spesso anche altrove, sono sempre state più le volte in cui non sono stata capita e sono stata rifiutata, rispetto a quelle in cui sono stata apprezzata. Questo spesso per via del mio potenziale, del mio interesse per la lettura e la musica classica e metal,le mie idee, il mio impegno per l’ambiente e i diritti umani che si sono sempre contrapposti con la cattiveria e il disimpegno altrui. Così, ho sempre rifiutato quel modo di fare e di pensare,quel mondo così cattivo e lontano da quello reale.
Grazie Paolo Giordano, grazie per aver scritto “ La solitudine dei numeri primi” e per avermi fatto capire che la mia sofferenza ( pur essendomi sempre sembrata un caso isolato,che mi ha portato e mi porta a dire “Perché proprio a me?”) non è un caso isolato, anzi comune a molte persone,giovani e meno giovani.
Spero che vinca questo libro, perché finalmente mi sono sentita capita,anche se da qualcuno che non mi conosce, Paolo Giordano, ma questo non importa.
Agnese Fiducia
Mi chiamo Agnese e ho 20 anni.
In questo romanzo ho ritrovato tanto della mia sofferenza,tanto da aver provato tristezza e sofferenza insieme ad Alice e Mattia, mi sono sentita male e avrei voluto smettere di leggere il libro e non completarne mai la lettura. Invece,non solo l’ho letto tutto, ma l’ho letto tutto d’un fiato, in pochi giorni; quasi una sfida verso me stessa!
Gli errori dei genitori che si ripercuotono sui figli, l’orrore del liceo, l’autolesionismo, tutte ferite che si portano dentro.
A pagina 117, capitolo 20, Paolo Giordano scrive così: “ Gli anni del liceo erano stati una ferita aperta, che a Mattia e Alice era sembrata così profonda da non potersi mai rimarginare. C’erano passati attraverso in apnea, lui rifiutando il mondo e lei sentendosi rifiutata dal mondo, e si erano accorti che non faceva poi una gran differenza.”
Anche per me il liceo è stata ed è una ferita aperta che non riesce a rimarginarsi. Nella maggior parte dei casi, a scuola e spesso anche altrove, sono sempre state più le volte in cui non sono stata capita e sono stata rifiutata, rispetto a quelle in cui sono stata apprezzata. Questo spesso per via del mio potenziale, del mio interesse per la lettura e la musica classica e metal,le mie idee, il mio impegno per l’ambiente e i diritti umani che si sono sempre contrapposti con la cattiveria e il disimpegno altrui. Così, ho sempre rifiutato quel modo di fare e di pensare,quel mondo così cattivo e lontano da quello reale.
Grazie Paolo Giordano, grazie per aver scritto “ La solitudine dei numeri primi” e per avermi fatto capire che la mia sofferenza ( pur essendomi sempre sembrata un caso isolato,che mi ha portato e mi porta a dire “Perché proprio a me?”) non è un caso isolato, anzi comune a molte persone,giovani e meno giovani.
Spero che vinca questo libro, perché finalmente mi sono sentita capita,anche se da qualcuno che non mi conosce, Paolo Giordano, ma questo non importa.
Agnese Fiducia
Etichette: Alice, La solitudine dei numeri primi, Mattia, Paolo Giordano, Premio Campiello Giovani 2008, Premio Strega 2008