AgnesolaGoth46

"Non c'è nulla da dire: c'è solo da essere, c'è solo da vivere." Piero Manzoni,1960

martedì, novembre 29, 2005

Occhi AIDS


http://www.actionaidspace.org/campaigns/EYESITE.htm
http://www.actionaidspace.org/WisW/index.html

NO POVERTY NO AIDS: STOP THE POVERTY AND STOP THE AIDS!
TOGETHER WE CAN MAKE THE DIFFERENCE IN THE WORK ABOUT STOP THE POVERTY AND STOP AIDS!!!!by Agnese from Italy
NEIN ARMUT NEIN AIDS!

Duecento milioni di donne «sparite»

Duecento milioni di donne «sparite»
Un rapporto denuncia gli orrori del genocidio nascosto
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK - E' stato ribattezzato «The Hidden Gendercide» , il genocidio nascosto delle donne ed è lo sterminio di massa più spaventoso e drammatico della storia: più micidiale, per numero di vittime, sia dell'Olocausto ebraico, sia di tutte le guerre e i conflitti armati del XX secolo - secondo gli storici il periodo più cruento della storia umana - messi insieme.
Ad occuparsi, per la prima volta, del problema è il Centro per il controllo democratico delle Forze armate (Dcaf) di Ginevra, una fondazione internazionale che si batte da anni per un mondo più sicuro. «La comunità internazionale sta assistendo inerte al massacro di Eva», punta il dito il Dcaf in un rapporto di 335 pagine intitolato «Donne in un mondo insicuro». Mentre tra il 1992 e il 2003 il numero di conflitti armati «gravi» (con più di mille morti in battaglia) sono scesi dell'80%, la guerra quotidiana delle donne si è fatta ovunque più cruenta e mortale.


DESAPARECIDAS - Le statistiche parlano chiaro: circa 200 milioni di donne, ragazze e bambine sono «demograficamente scomparse». Un eufemismo che nasconde uno dei più scioccanti crimini contro l'umanità: la sistematica eliminazione delle femmine, solo in quanto tali, vittime di omicidi, fame, povertà e discriminazioni di ogni tipo. L'inoppugnabile «soluzione finale», per molte, inizia già prima di nascere. «Almeno 60 milioni di bambine sono state "cancellate" in seguito ad infanticidi o aborti selettivi di feti femmine, resi possibili dai progressi tecnologici», spiega Amartya Sen, premio Nobel per l'Economia 1998 e uno degli studiosi interpellati dal rapporto, che si avvale delle statistiche delle maggiori organizzazioni internazionali, dall'Onu all'Oms.
In Paesi quali Cina, Corea del Sud, India e Nord Africa le pratiche anti-bambine sono all'ordine del giorno. Tanto che nell'ultimo censimento cinese il rapporto maschio-femmina era di 119 a 100, mentre le normali percentuali biologiche sono di 103 bambini ogni 100 bimbe. Lo stesso avviene in India, dove il commissario del censimento stima che «parecchi milioni di feti» sono stati abortiti negli ultimi due decenni «in quanto di sesso sbagliato».


VIOLENZA - Ma la «condanna in base al sesso» prosegue anche dopo la pubertà. Ogni anno 3 milioni di donne e ragazze sono uccise perché femmine. Ovvero più dei 2.8 milioni di individui stroncati dall'Aids e dei 1,2 milioni falciati dalla malaria. Per non parlare delle 5 mila donne che ogni anno muoiono bruciate in «incidenti di cucina» provocati dalla famiglia dello sposo, quando la dote è giudicata «insufficiente». Dalla Cambogia agli Usa e dalla Thailandia alla Svizzera, la violenza domestica resta, in assoluto, la più diffusa. Tanto che dal 40% al 70% delle donne assassinate intorno al mondo sono vittime di mariti e fidanzati. La maglia nera appartiene ai paesi islamici. Il 47% delle donne uccise in Egitto sono eliminate da un parente dopo uno stupro che «infanga la reputazione della famiglia». E in Pakistan almeno tre donne vengono freddate ogni giorno in «omicidi d'onore» che restano impuniti al 100% perché, come denuncia l'attivista Nahida Mahbooba Elahi, «la polizia li giudica affari privati e si rifiuta regolarmente di perseguirli».


STUPRI E SALUTE - Nel 2005 la violenza sessuale contro le donne continua ad affliggere una donna su cinque, e non solo nei Paesi in via di sviluppo, portando il totale delle donne violentate ad oltre 700 milioni; 25 milioni delle quali solo negli Stati Uniti. Un netto peggioramento si è registrato anche nel commercio illegale di «schiave del sesso» che oggi affligge tra i 700 mila e i 2 milioni di donne e ragazze, vendute ogni anno attraverso i confini internazionali. Un incremento del 50% rispetto a cinque anni fa. Nonostante le tante crociate internazionali, in aumento un po' ovunque sono anche i casi di mutilazione genitale: 6 mila al giorno (oltre 2 milioni l'anno per un totale di 130 milioni nel mondo). E nei Paesi dove solo i maschi hanno un adeguato accesso alla sanità, sono 600 mila le donne che muoiono durante il parto: una cifra uguale al genocidio del Rwanda nel ’94, ma ripetuta anno dopo anno.
Secondo il Dcaf questo quadro sconcertante è strettamente legato alla mancanza di potere politico-economico «rosa» in un mondo dove le donne costituiscono oltre i due terzi dei 2.5 miliardi di persone costrette a vivere con meno di 2 dollari al giorno, nonché il 66% degli analfabeti. Dove nonostante le battaglie decennali del femminismo hanno in mano soltanto l'1% delle terre del pianeta, il 14% dei seggi parlamentari e il 7% dei ministeri di governo.
di Alessandra Farkas
Articolo preso da "Il Corriere della Sera" del 29/11/2005
www.corriere.it

lunedì, novembre 28, 2005

CLASSIFICA SIERE B

Mantova 37
Torino 32
Atalanta 31
Catania 30
Cesena 28
Brescia 28
Modena 27
Verona 25
Piacenza 25
Arezzo 25
Pescara 25
Triestina 25
Rimini 23
Crotone 21
Bari 21
Bologna 19
Vicenza 19
Ternana 15
Albinoleffe 14
Avellino 13
Catanzaro 11
Cremonese 6

progetto counselling

lila lega italiana per la lotta contro l'aids

progetto counselling

Il progetto counselling è un progetto a sostegno dei centralini telefonici della LILA, 17 sparsi su tutto il territorio nazionale, che continuano la loro opera di informazione e sensibilizzazione rispondendo a domande di ogni tipo e confrontandosi, giornalmente, con mille richieste e mille quesiti tra i più disparati.
Risposte tese a ridurre l’ansia, a togliere dubbi, a rompere dinamiche comunicative parziali e non scientifiche che causano allarmismi infondati ed incidono pesantemente sul perdurare dei pregiudizi che avvolgono il "mondo dell'Aids", risposte di orientamento legale e difesa dei diritti.
Il counselling telefonico viene fornito a tutte le persone che chiamano per richieste specifiche legate all’Hiv/Aids indipendentemente da comportamenti, stili di vita, sesso, religione o estrazione sociale.
Gli obiettivi del progetto sono: fornire notizie corrette riducendo le paure irrazionali; orientare e sostenere le persone sieropositive o in AIDS ed aiutarle a superare alcune delle loro difficoltà; fungere da supporto per familiari, amici e partner di persone in Hiv/Aids aiutando a superare momenti difficili e di sconforto; offrire alla popolazione tutta informazioni e consulenze rispetto agli aspetti psicosociali, clinici, terapeutici e legali legati all’infezione da Hiv/Aids; mettere in rete i centralini LILA di tutta Italia per poter meglio confrontare i dati raccolti a livello nazionale attraverso un software progettato ad hoc.

www.lila.it

Al signor Ministro della Salute onorevole Francesco STORACE

Al signor Ministro della Salute onorevole Francesco STORACE


Illustrissimo Ministro,

ci rivolgiamo a Lei in occasione della giornata Mondiale di Lotta all’AIDS per sottoporre alla Sua attenzione ciò che quotidianamente rilevano gli operatori delle nostre sedi sul territorio nazionale e per chiedere un Suo intervento che ricollochi la questione AIDS tra le priorità del Ministero da Lei diretto.

Come avrà avuto modo di vedere anche a seguito della pubblicazione degli ultimi dati epidemiologici nazionali, in Italia il problema della diffusione del virus HIV e tutt’altro che sotto controllo. Il tam-tam mediatico sul superamento dell’emergenza AIDS partito alla fine degli anni Novanta, basato sull’innegabile diminuzione dei decessi, ha a nostro avviso prodotto un progressivo disinvestimento istituzionale a tutti i livelli e un contemporaneo abbassamento della guardia rispetto alle problematiche della prevenzione nella popolazione generale.

Per queste ragioni, e in accordo con il tema UNAIDS del 1° Dicembre 2005 “Mantieni le promesse - Non voltare le spalle all’AIDS” ci permettiamo di esporLe qui di seguito alcune nostre osservazioni e di richiedere un Suo intervento urgente e deciso.

In primo luogo ci spiace segnalare che, a nostro avviso, proprio il Suo Ministero negli ultimi anni abbia metaforicamente “voltato le spalle all’AIDS”, certo non per Sua responsabilità; di fatto, comunque, è innegabile che il tema AIDS sia progressivamente stato estromesso dall’agenda istituzionale.

Alcuni esempi: in Italia, dalla comparsa dell’infezione da HIV, sono state realizzate solo 7 campagne di prevenzione e inoltre, negli ultimi anni, sono sparite del tutto quelle mirate a specifici gruppi di popolazione (persone tossicodipendenti, prostitute, persone omosessuali, adolescenti e giovani). Si è parallelamente assistito al depotenziamento di strutture e Uffici Ministeriali ad hoc e alla riduzione delle risorse economiche stanziate per contrastare la diffusione dell’infezione; altro elemento che appare grave è la mancata ricostituzione della Consulta del Volontariato per i problemi dell’AIDS per l’anno in corso.

Questi, signor Ministro, sono solo tre esempi del disinteresse che è andato via via crescendo a livello istituzionale; chi ne paga le conseguenze sono in primo luogo le persone con HIV e AIDS ma indubbiamente anche, più in generale, la popolazione tutta.

Infatti, come è noto, da qualche anno nel nostro Paese si assiste alla ripresa della diffusione delle infezioni, in particolar modo per via sessuale, sia nella popolazione omosessuale sia in quella eterosessuale; le donne sono tra le più colpite. L’Istituto Superiore di Sanità stima in circa 130.000 le persone affette da questa infezione in Italia, mentre la Commissione Europea indica stime più elevate; il nostro Paese risulta certamente ai primi posti tra i 25 Paesi dell’Unione Europea per numero di infezioni, con alcune situazioni esplosive come quella lombarda che da sola conta un numero di diagnosi di AIDS pari a quello di alcuni Stati europei.

Rispetto all’aumento dei casi diagnosticati e riferibili alle infezioni contratte per via sessuale, ci allarma la mancanza di campagne di comunicazione adeguate e concepite con un linguaggio scientificamente corretto ed esplicito, che spieghino finalmente con chiarezza quali sono i comportamenti a rischio e come ci si può proteggere. Da anni gli italiani sono invitati molto genericamente a fare attenzione, ma i dati dei nostri centralini informativi dimostrano che tantissime persone non sanno ancora oggi come si trasmette il virus HIV e si infettano per ignoranza. Le interferenze di carattere confessionale non possono – ancora oggi, nel 2005! - impedire di indicare quali sono i rischi derivanti dai comportamenti sessuali mentre, contemporaneamente, la maggior parte dei messaggi pubblicitari ci bombarda con allusioni e ammiccamenti al sesso per promuovere gelati, automobili o bevande alcoliche. Siamo ormai al paradosso per cui è lecito puntare tutto sul sesso per vendere un prodotto o fare audience, ma è severamente vietato parlare in modo esplicito di sessualità e profilattico se si fanno campagne di prevenzione all’HIV. È inconcepibile che, in un contesto di questo tipo, le informazioni corrette a tutela della salute pubblica siano praticamente le uniche a subire una censura così pesante.

Anche le persone con HIV e AIDS pagano tuttora un prezzo inaccettabile per l’attuale disattenzione, che trascura anche gli interventi atti a combattere la persistente discriminazione. I volontari e gli operatori delle 16 sedi LILA attive sul territorio raccolgono ancora oggi molte testimonianze di paura e stigma, difficoltà incontrate e iniquità subite che dovrebbero essere superate da tempo. Gli episodi di discriminazione rimangono costanti sia in ambito lavorativo, sia in quello sanitario. Riceviamo segnalazioni su aziende che sottopongono le persone candidate all’assunzione al test per l’HIV, su lavoratori e lavoratrici HIV positivi perseguitati da episodi di mobbing perché ritenuti “potenzialmente” meno produttivi. Per quanto riguarda l’ambito socio-sanitario, siamo contattati da persone anziane sieropositive che si vedono negata l’opportunità di accedere alle facilitazioni per le vacanze estive o, fatto ancor più grave, il ricovero in strutture per la terza età; non sono risolte l’annosa questione dell’accesso alle cure odontoiatriche, degli esami fissati in coincidenza con l’ultimo appuntamento della giornata, della frequente violazione della privacy nelle strutture pubbliche, della scarsissima formazione degli operatori sanitari, che si trovano del tutto impreparati alla relazione con i pazienti e le pazienti HIV positivi. Il compito di combattere questi e tantissimi altri episodi di discriminazione in ambito socio-sanitario non può essere esclusivamente delegato alle associazioni di volontariato.

Risultano inaccettabili le abissali differenze che esistono tra le varie regioni italiane rispetto all’accesso alle cure. Lei saprà, Signor Ministro, che essere persone sieropositive in un dato territorio può talvolta comportare indubbi e obiettivi svantaggi e grossi problemi. Sicuramente chi vive nelle città in cui sono presenti grandi centri di ricerca sull'HIV – i cosiddetti “centri di eccellenza” - può dirsi fortunato; in Italia però questi centri non sono molti. Questi ospedali hanno a disposizione tutti i farmaci fino a oggi registrati – più di una ventina – oltre a una serie di altri ancora in fase sperimentale. Nei reparti di malattie infettive di un normale ospedale invece, non sono disponibili le stesse opportunità: i costi per l’approvvigionamento di tutti i farmaci in commercio in tanti casi non sono sostenibili e quindi le persone sieropositive hanno a disposizione opzioni terapeutiche qualitativamente inferiori. Ciò riguarda anche esami diagnostici e visite: controlli dermatologici ed oculistici, i test per la ricerca delle resistenze ai farmaci, la consulenza di medici specialisti nella cura dei problemi derivanti dall'assunzione delle terapie di combinazione.

Un problema particolarmente grave riguarda inoltre l'acceso a farmaci e cure in molti penitenziari italiani, nei quali le terapie vengono interrotte o modificate senza che ne sia neppure data comunicazione alla persona interessata, esclusivamente in funzione della disponibilità del farmaco nella farmacia del penitenziario. Sulla situazione sanitaria nelle carceri italiane pesa come un macigno la mancata applicazione del Decreto Legislativo del 22 giugno 1999, che stabiliva il trasferimento delle funzioni sanitarie oggi svolte dall’amministrazione penitenziaria al servizio sanitario nazionale.

Ci sembra inaccettabile la situazione di moltissime persone con una diagnosi di AIDS conclamata, un’invalidità civile riconosciuta del 100% e gravi danni fisici permanenti, che sono costrette a sopravvivere con una pensione di invalidità di circa 230 € mensili.

Per queste ragioni, Signor Ministro, richiediamo un Suo intervento immediato, affinché le istituzioni mantengano le promesse e non voltino le spalle ai problemi che l’AIDS pone:

Le chiediamo in primo luogo di spendersi, in concerto con i Suoi Colleghi di Governo, per il reperimento di fondi adeguati, che possano consentire la ripresa di tutte quelle azioni di contrasto alla diffusione del virus HIV che sono state sospese per mancanza di risorse economiche;

La invitiamo a rinnovare il sostegno agli Uffici del Suo Ministero e dell’Istituto Superiore di Sanità, che per anni si sono occupati di AIDS e che da tempo sono stati depontenziati, così come Le chiediamo di promuovere urgentemente un nuovo Programma Nazionale di ricerca sull’AIDS, in cui venga tenuta nella giusta considerazione anche la ricerca sugli aspetti psicosociali cui andrebbe destinata una quota ben diversa da quella definita nel precedente bando del 2003 (solo 607.000,00 € sul totale di 14.180.000,00 €), nonostante tali aspetti siano definiti rilevanti dalla comunità scientifica nazionale e internazionale;

La esortiamo a promuovere studi e ricerche atti a valutare l’efficacia delle terapie antiretrovirali anche in funzione dei costi economici dei farmaci. Riteniamo assolutamente necessaria una presa di posizione su questo tema nei confronti delle aziende farmaceutiche, che impongono costi elevatissimi ai farmaci antiretrovirali, con il rischio che il sistema sanitario non riesca più, nel futuro, a sostenerli. Alcune aziende ospedaliere hanno già disposto interruzioni delle terapie a causa di problemi di budget, e questo nodo va affrontato prima che a pagarne il prezzo siano di nuovo le persone HIV positive;

Le chiediamo di promuovere in tempi brevi una nuova, seria campagna di prevenzione rivolta alla popolazione in generale con messaggi chiari ed espliciti e un chiaro riferimento all’utilizzo del profilattico, parallelamente alla promozione di campagne di prevenzione mirate a specifici gruppi di popolazione quali adolescenti e giovani, persone omosessuali, persone tossicodipendenti, prostitute, stranieri. A tale proposito, teniamo a sottolinearLe che gli interventi di riduzione del danno rivolti ai consumatori di sostanze stupefacenti non vanno intesi quali campagne di promozione al consumo di droghe, ma come efficaci e scientificamente validati interventi di prevenzione terziaria atti a limitare la diffusione del virus HIV e di altri virus trasmissibili per via ematica.

In ultimo Signor Ministro, quale gesto concreto e tangibile di un impegno Suo e del Governo italiano in materia di AIDS, Le chiediamo di provvedere alla immediata ricostituzione, entro il mese di dicembre, della Consulta del Volontariato per i problemi dell’AIDS, incentivandone la collaborazione con la Commissione Nazionale AIDS. Dal nostro punto di vista, una maggiore valorizzazione del lavoro della Consulta si rende oggi ancor più necessaria vista l’importanza che gli aspetti sociali e socio assistenziali rivestono per le persone con HIV/AIDS. Nello specifico, Signor Ministro chiediamo:

* che le nomine di Commissione e Consulta avvengano contemporaneamente e per un periodo di due anni, in modo tale da consentire ai componenti una maggiore efficacia programmatoria;
* che il numero di componenti della Consulta chiamati a partecipare alle riunioni della Commissione Nazionale AIDS sia portato a 4, in modo da migliorare la comunicazione e la collaborazione tra i due organismi.

Ci auguriamo che Lei accolga positivamente il nostro appello e ne condivida i contenuti traducendoli al più presto in azioni mirate e concrete, così che possa essere mantenuto l’impegno istituzionale al contrasto dell’infezione da HIV e nessuno “volti le spalle all’AIDS”.

Torino, 25 novembre 2005

Filippo MANASSERO
Presidente LILA Nazionale




LILA - Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids - ONLUS
www.lila.it

LILA dice...

Lila dice....

Premessa

Il numero delle persone che vivono con l’Hiv/Aids continua ad aumentare: da 35 milioni nel 2001 siamo passati a 38 milioni nel 2003, sino a raggiungere i 40,3 milioni nel 2005. Si stima che oggi gli adulti sieropositivi siano 38 milioni (17,5 milioni sono donne), di cui la maggioranza risiede in paesi con risorse economiche limitate. Fin dagli inizi della pandemia il numero delle donne affette da Hiv/Aids è in crescita costante, anno dopo anno, per ragioni che si possono ricondurre a una maggiore suscettibilità a contrarre il virus HIV per via eterosessuale, a una minor capacità di contrattazione rispetto a pratiche di sesso sicuro, anche all’interno del nucleo familiare, all’essere spesso vittime di violenze anche domestiche, alle minori risorse economiche a disposizione, a una più bassa scolarizzazione e all’avere un accesso ai servizi sanitari minore rispetto a quello degli uomini.
Sempre nel 2005, circa 3 milioni di persone sono morte di Aids e 4,9 milioni sono state le nuove infezioni. Da quando la malattia è stata identificata, nel 1981, sono morte oltre 25 milioni di persone.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che nei paesi in via di sviluppo le persone che necessitano di un trattamento antiretrovirale - vale a dire una combinazione di almeno tre farmaci in grado di inibire la replicazione del virus Hiv - siano almeno 6 milioni. Di questi, però, solo una minoranza può accedere alla terapia, mentre nei paesi industrializzati l’accesso generalizzato ai farmaci ha ridotto i tassi di mortalità dell’80%.

Il 1° dicembre, come ogni anno, si rinnova l’attenzione su scala mondiale al problema Hiv/Aids: ancora un aumento del numero delle infezioni e delle morti a fronte di una difficile e complessa strategia di interventi che ha come comune denominatore l’intenzione di sconfiggere il dilagare dell’epidemia. Ma che cosa si sta realmente facendo, quali sono le azioni concrete dei governi sulla base di dichiarazioni di intenti nobili e condivisi?
L’istituzione più importante a livello internazionale nella lotta all'Aids, l’UNAIDS (Joint United Nations Programme on Hiv/Aids), lancia quest’anno un appello ai governi di tutti i paesi del mondo perché mantengano le promesse fatte e gli impegni presi:
“STOP AIDS. KEEP THE PROMISE”
di seguito a questo documento la traduzione della versione originale dell’UNAIDS

STOP AIDS. MANTIENI L’IMPEGNO!

In Italia più che di promesse non mantenute alle quali appellarci, vista la totale inversione di tendenza di investimenti nella risoluzione di un problema sempre presente, non ci resta che chiedere alle Istituzioni e soprattutto alla classe politica di qualunque “colore” essa sia di MANTENERE L’IMPEGNO nella lotta all’Aids pensando a una strategia nazionale condivisa soprattutto con la società civile e le parti sociali (associazioni, amministrazioni locali, enti pubblici e privati) che da anni sono attive per combattere il vuoto di informazione e di sostegno alla popolazione che trova ancora difficoltà nell’accedere ai Servizi.
Se è vero che si è fatto molto sul fronte della ricerca tecnico-scientifica permettendo alle persone sieropositive di accedere ai trattamenti farmacologici disponibili in Italia dal 1996 e quindi di migliorare le aspettative di vita, rimane preoccupante il calo di attenzione agli aspetti sociali e psicologici che pericolosamente lasciano aperte questioni ancora legate all’imbarazzo e ai tabù nell’affrontare il tema Aids e sessualità: il tutto si traduce in paura, disinformazione, emarginazione e discriminazione e inevitabilmente in nuove infezioni.

Dati COA

A conferma di ciò ogni anno il bollettino del COA (Centro Operativo Aids) dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) riporta una continua crescita di infezioni:
Nel primo semestre del 2005 in Italia sono stati notificati 789 nuovi casi di Aids: 443 diagnosticati solo nel primo semestre 2005, gli altri nei mesi precedenti; in particolare di questi 443 ben 171 li troviamo in Lombardia, 47 in Emilia Romagna, 34 in Toscana, 24 in Veneto, ecc. fino alla Valle d’Aosta e al Molise dove non si sono registrati nuovi casi.
Dal 1982, anno della prima diagnosi di Aids nel nostro paese, a giugno 2005 sono stati notificati 55.286 casi di malattia conclamata con una distribuzione sul territorio nazionale che vede la Lombardia al primo posto con 16.723, poi il Lazio con 7.217 e a seguire l’Emilia-Romagna con 5.369, il Piemonte con 3.685 e via via le altre regioni fino al Molise con 44 casi di Aids.
I dati mostrano anche un aumento dei casi attribuibili alla trasmissione sessuale, sia omosessuale che eterosessuale. Infatti, le caratteristiche di coloro che acquisiscono l’infezione oggi sono completamente diverse da quelle di 10 o 20 anni fa quando lo scambio di siringhe tra le persone tossicodipendenti era il maggior veicolo di propagazione del virus. Inoltre, come nel resto del mondo, anche in Italia il numero delle donne sieropositive è in crescita.

Dati del Centralino telefonico LILA (2004 + primo semestre 2005)

I centralini telefonici della LILA, 17 sparsi su tutto il territorio nazionale, continuano la loro opera di informazione e sensibilizzazione rispondendo a domande di ogni tipo e confrontandosi, giornalmente, con mille richieste e mille quesiti tra i più disparati.
Risposte tese a ridurre l’ansia, a togliere dubbi, a rompere dinamiche comunicative parziali e non scientifiche che causano allarmismi e incidono pesantemente sul mantenimento dei pregiudizi che colpiscono le persone sieropositive.

Profilo dell’utenza
Per quanto riguarda il 2004, sono stati in prevalenza gli uomini a chiamare (77%) rispetto alle donne (23%).
Sul totale delle chiamate che sono arrivate ai nostri centralini, il 31,5% sono state fatte da persone che hanno detto di essere sieropositive mentre il 16,7% ha dichiarato di essere sieronegativo. Il restante 51,8% non ha comunicato il suo stato sierologico, né è stato possibile desumerlo dalla conversazione.
Rispetto al totale delle chiamate in cui viene dichiarata la propria sieropositività, per il 35% si tratta di donne, mentre il restante 65% è composto da uomini.

Cosa ci chiedono
Il 43,7% di chi ci chiama vuole avere informazioni sul rischio di contagio e in particolare sul rischio riferito ai comportamenti sessuali. Chiede spesso informazioni (siamo a quasi la metà delle chiamate) su argomenti che dovrebbe già sapere, perché questa epidemia è presente da oltre vent’anni e - dal 1990 a oggi - sono state spese cifre ingenti da parte dei vari Ministri per finanziare campagne nazionali di informazione: evidentemente con scarsi risultati.
Il 6% circa delle persone che chiamano hanno ancora in mente l’idea che il bacio possa essere a rischio e, se di per sé la cosa può far sorridere, assume in realtà toni assai gravi se si pensa quali livelli di discriminazione e di intolleranza può produrre una simile convinzione. Se, come abbiamo registrato, il 17% delle telefonate ci chiede di fugare i dubbi rispetto al rischio in caso si masturbazione reciproca, allora vuol dire che in Italia siamo lontanissimi dall’aver dato alla popolazione una corretta informazione, come invece vorrebbero farci credere le istituzioni nazionali e locali.
A tutt’oggi il 27,6% delle persone che chiama vuole approfondire le informazioni sul test e sul periodo finestra perché non ha chiaro cosa fare, dove rivolgersi, a chi chiedere informazioni; non ci si deve stupire quindi se l’ISS ci dice che più del 60% dei nuovi casi di Aids sono rappresentati da persone che scoprono nello stesso momento la propria sieropositività e la diagnosi di Aids. Se le campagne fino a oggi proposte su scala nazionale hanno confuso gli affetti con la prevenzione all’Aids e hanno mantenuto vivo il pensiero che, in fondo, chi se lo prende è perché “se lo è andato a cercare”, non possiamo meravigliarci del risultato a cui è giunto lo studio I.CO.NA. (Italian Cohort Naive Antiretrovirals) secondo il quale la trasmissione oggi avviene - nella maggior parte dei casi - in famiglia.
Quando ci chiamano, le donne sembrano essere più informate rispetto agli uomini, ma è significativo rilevare che soltanto il 23% delle chiamate sente una voce di donna che le risponde.
Inoltre l’informazione che le donne ricevono è ancor più difficile da comprendere, perché è tutta declinata al maschile e non c’è nessun servizio, nemmeno quelli che si definiscono dedicati, che adatti quell’informazione al loro corpo, alle loro pratiche sessuali, alla necessità di tutela che una sessualità penetrativa imporrebbe di adottare.
Le donne che ci chiamano sono infatti le donne sieropositive perché spesso si sentono ancor più sole, isolate e discriminate degli uomini.

Cosa ci dicono
In generale, possiamo dire che il 38% delle telefonate riguardanti il rischio di contagio sono frutto di timori immotivati che derivano da una errata percezione del rischio. Ciò può avere almeno due cause: una sicuramente riconducibile a una cattiva informazione che non aiuta il singolo a percepire il pericolo reale; l’altra è invece legata a una modalità cognitiva “selettiva” che porta alcune persone a percepire solo le informazioni che confermano le proprie paure. Ad esempio questi soggetti spesso diffidano delle informazioni dei media e screditano quelle che l’operatore o l’operatrice sta fornendo loro (“… sì ma se poi si scopre che il bacio è pericoloso?…”).
Questo tipo di atteggiamento, più diffuso di quanto si possa credere, è molto frequente in uomini sposati che si rimproverano per aver tradito la moglie o per aver avuto rapporti sessuali con una prostituta o con una trans. Nel 12,3% dei casi ci chiamano spaventati, anche se ci riferiscono di rapporti avuti con prostitute con cui hanno usato il preservativo in maniera corretta e senza che questo si sia rotto. Oppure, come accade nel 32,5% dei casi, esprimono ansia per aver “ricevuto” un rapporto orale da una persona che non è la loro moglie.
Sono situazioni che possono apparire paradossali ma che raccontano di un disagio diffuso in cui ancora oggi vive buona parte della popolazione sessualmente attiva del nostro paese.

Campagne di comunicazione/prevenzione ministeriali

L’impegno nella lotta all’Aids non può lasciare in secondo piano campagne di comunicazione efficaci volte a sensibilizzare la popolazione sulle modalità di contagio per contenere l’infezione: fino a oggi contiamo pochissime iniziative nazionali ma soprattutto poco incisive sul piano della modifica dei comportamenti perché ancora legate a posizioni oscurantiste che non permettono di fare informazione corretta e laica parlando esplicitamente dell’importanza dell’uso del preservativo.

Le statistiche evidenziano chiaramente come la diffusione del virus Hiv avviene oggi per lo più attraverso il contagio per via sessuale e su questa evidenza non si può restare pericolosamente arroccati su posizioni moraliste comunicando alla popolazione quali scelte di vita sono più o meno pericolose: la castità e la fedeltà non sono principi realistici da consigliare se si vuole davvero incidere sulla modifica dei comportamenti a rischio tra la popolazione sessualmente attiva, specie nell’odierno contesto storico e culturale.

Il preservativo - insieme all’educazione sessuale e al controllo delle infezioni sessualmente trasmesse - è uno dei punti fondamentali delle campagne di informazione e prevenzione approvate dall’OMS in tutti i paesi del mondo: ma, mentre la maggior parte degli stati europei confeziona progetti di comunicazione parlando esplicitamente del profilattico, l’Italia sta ancora a guardare vincolata a scelte comunicative troppo influenzate da una cultura confessionale. Inoltre, l’alto costo dei condom è da sempre una barriera al suo utilizzo soprattutto da parte dei giovani.

Campagne mirate
Il linguaggio adottato non può tralasciare i targets specifici ai quali si rivolge: sono necessari accorgimenti particolari se la comunicazione sui comportamenti a rischio arriva alle donne piuttosto alle persone omosessuali, ai giovani o alle persone sieropositive. L'esperienza della LILA – da anni impegnata nella prevenzione dell'Hiv attraverso interventi specifici nelle scuole, nei locali notturni e in eventi esterni sul territorio – evidenzia come l'uso di un linguaggio mirato e consapevole delle abitudini dei destinatari (nel pieno rispetto di tutti gli orientamenti sessuali) sia uno strumento fondamentale per raggiungere gli scopi della comunicazione operata. Allo stesso modo le campagne di informazione nazionale dovrebbero tenere in grande considerazione questo aspetto. Che dire infatti della completa assenza, per esempio, di iniziative nazionali dirette agli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM), come se questi milioni di persone non esistessero e i loro comportamenti non riguardassero istituzioni nate per tutelare la salute di tutti i cittadini e le cittadine al di là del loro orientamento sessuale.

Hiv e Donne
Anche per le donne i discorsi sulla prevenzione restano prigionieri di vecchie dicotomie: donne senza sessualità/uomini irresponsabili; donne senza desiderio/uomini incapaci di controllarlo. Vale a dire che ancor oggi la loro vita sessuale ha difficilmente diritto di cittadinanza e che le campagne di prevenzione già in partenza non si interessano né delle pratiche sessuali femminili né dei loro desideri, o – peggio - fanno una caricatura dei loro comportamenti.
In Italia è praticamente assente il profilattico femminile che, molto simile a quello maschile, è in lattice e deve essere inserito prima della penetrazione ogni volta che si ha un rapporto sessuale. Questo preservativo è disponibile nelle farmacie e nei consultori di molti paesi: in Brasile, per esempio, il governo lo distribuisce gratuitamente a tutte le donne che ne facciano richiesta; in Francia il governo, sollecitato dalle associazioni, ha lanciato una campagna specifica su questo prodotto e lo ha reso disponibile a prezzi accessibili. In Italia, invece, lo si può acquistare solo nei sexyshop, come se fosse un giocattolo sessuale e a prezzi molto alti (5 euro circa caduno), mentre dovrebbe essere considerato un’opzione in più per le donne che vogliono gestire in prima persona la propria protezione.

Commissione Nazionale Aids e Consulta del Volontariato
per i problemi dell’Aids

Una strategia nazionale efficace di lotta all’Aids non può dimenticare nessuno degli elementi sociali e psicologici del problema e per fare ciò il coinvolgimento di attori sociali impegnati in prima linea nella lotta all’Aids è di assoluta priorità. Questo aspetto è riconosciuto di vitale importanza da tutte le istituzioni internazionali, UNAIDS compresa, e a volte ribadito anche dal Ministero della Salute italiano, ma a fronte di ciò la realtà è ben differente. Il dialogo tra le istituzioni nazionali e la società civile è spesso assente, nei rari casi dove sussiste spesso è parziale e le posizioni differenti tra istituzioni e associazioni non riescono a trovare una corretta sintesi che produca poi un intervento lì dove è stato individuato il problema.

Nell’ormai lontano 1987 l’allora Ministro della Sanità istituì la Commissione Nazionale Aids che aveva come compito di fornire indicazioni, proposte, svolgere un’azione di coordinamento per contenere l’infezione. Inizialmente le finalità erano soprattutto l'emergenza organizzativa clinico-sanitaria e assistenziale legata all'Aids e ovviamente la sorveglianza epidemiologica. A fronte di ciò le professionalità chiamate in causa dal Ministro, in qualità di esperti del settore, sono sempre state medico-sanitarie. La totalità degli esperti comprende tuttora infettivologi, immunologi, virologi o esperti di sanità pubblica.

Oggi, dopo quasi vent’anni, considerato che alcuni obiettivi generali medico-organizzativi sono stati raggiunti ed è stato costituito un servizio di sorveglianza epidemiologica, crediamo che la funzione di questa commissione vada riconsiderata rispetto alle attuali priorità e modificata di conseguenza. Una corretta ed efficace prevenzione è sicuramente una priorità.
Sarebbe importante includere esperti di scienze umane tuttora assenti dalla commissione (con l’eccezione della sola psicologia). Sociologi, operatori in scienze dell’educazione e dei comportamenti, sessuologi, comunicatori potrebbero finalmente stimolare un piano di prevenzione efficace e diretto alle varie tipologie di popolazione e implementare i programmi di accesso ai servizi e alle cure per le popolazioni vulnerabili: persone con disagio economico e sociale, consumatori di sostanze illegali per via iniettiva, persone che si prostituiscono, persone detenute, migranti.

Irrisolta e insufficiente rimane la partecipazione della società civile alla commissione che vede una sola persona sieropositiva - nominata dal Ministro - come esperta in problematiche delle persone sieropositive.

La Consulta Nazionale del Volontariato per i problemi dell’AIDS, che dovrebbe essere un organismo parallelo alla Commissione e in contatto con essa, nel 2005 non è mai stata convocata dal Ministro lasciando presumere un vuoto istituzionale fino alle prossime elezioni politiche.

Chiediamo all’attuale Ministro un gesto concreto e tangibile di un impegno in materia di AIDS, di provvedere all’immediata ricostituzione, entro il mese di dicembre, della Consulta del Volontariato, incentivandone la collaborazione con la Commissione. Dal nostro punto di vista, una maggiore valorizzazione del lavoro della Consulta si rende oggi ancor più necessaria vista l’importanza che gli aspetti sociali e socio-assistenziali rivestono per le persone con Hiv/Aids. Nello specifico chiediamo:
- che le nomine di Commissione e Consulta avvengano contemporaneamente e per un periodo di due anni, in modo tale da consentire ai componenti una maggiore efficacia programmatoria;
- che il numero di componenti della Consulta chiamati a partecipare alle riunioni della Commissione Nazionale Aids sia portato a 4, in modo da migliorare la comunicazione e la collaborazione tra i due organismi.


Situazione carcere

Ancora un altro asse di fondamentale importanza per una presa in carico totale del problema Aids è la situazione delle persone detenute Hiv+ e in Aids all'interno del carcere.
Ancora oggi la legge 231/99 sull'incompatibilità tra Aids e carcere non viene rispettata, così molte persone ritenute incompatibili con la detenzione vengono recluse nei centri clinici all'interno del penitenziario senza però ricevere adeguata assistenza.
Allo stesso modo le persone sieropositive in terapia non trovano all'interno del luogo di detenzione l'accesso garantito ai farmaci antiretrovirali. Questa grave situazione si protrae da anni e poco si è fatto per garantire un adeguato stanziamento di fondi alla sanità carceraria, ma soprattutto non si è mai concluso l'iter legislativo (d.lgs 22/6799) che prevede il trasferimento delle funzioni sanitarie svolte dall'amministrazione carceraria al Servizio sanitario nazionale. Solo poche Regioni hanno avviato il percorso sperimentale in tale direzione mentre è invece necessario un impegno continuo e attento a livello nazionale.
Già nel 2003 la Consulta Nazionale Aids aveva sollevato questo problema, accolto e fatto proprio da ben 65 parlamentari con un'interpellanza al Ministro della salute e al Ministro di giustizia sulle condizioni di vita e di salute delle persone sieropositive in carcere. Le risposte concrete da parte del governo non sono mai arrivate se non continui tagli ai fondi per la sanità carceraria in occasione di ogni nuova finanziaria.

Riduzione del danno e consumo di sostanze

In questi ultimi vent’anni il consumo di sostanze è stato declinato prevalentemente con i paradigmi della patologia e della devianza. Se nei decenni passati le modalità di risposta sono state soprattutto di tipo sanitario, ultimamente è maggiormente condivisa una visione del problema non legata al riduzionismo biologico. Tale visione, centrata sulla soggettività del consumatore, cerca di coniugare i principi etici dell’autonomia e dell’autodeterminazione nell’ottica dell’alleanza terapeutica.
Quindi, il tema dei diritti, nella dimensione della loro concreta esigibilità, è divenuto tema centrale nelle politiche di inclusione sociale e piena cittadinanza.

Se è vero che la maggior parte delle infezioni avviene oggi attraverso il contagio sessuale - smontando finalmente il preconcetto di categorie a rischio - non si può però tralasciare la preoccupante situazione delle persone con problemi di dipendenza nel quadro dell'imbarazzante progetto governativo.
La proposta di legge Fini–Mantovano, che mira a reintrodurre il reato di consumo di droghe (abrogato nel 1993 da un referendum popolare che vinse con uno scarto superiore ai 10 punti percentuali), rappresenta un enorme rischio e va contrastata in ogni modo possibile, anche - e forse soprattutto - dal punto vista della diffusione dell’Aids. Il rischio è di precipitare nella situazione epidemiologica di quindici anni fa, ricreando un clima diffuso di stigmatizzazione e marginalizzazione ai massimi livelli nei confronti dei consumatori di droghe, costringendo sempre di più queste persone a nascondersi, evitando così i servizi e i progetti di intervento/prevenzione ed esponendosi così a rischi sempre più grandi.

Oltre a essere un problema di ordine politico, culturale e sociale questo è un grande pericolo anche dal punto di vista epidemiologico: i consumatori di droghe NON vivono sulla luna, bensì insieme al resto della popolazione. Contenere il virus Hiv nelle categorie più esposte significa contenerne la diffusione in tutta la popolazione. L’obiettivo è la tutela della salute pubblica e la via da seguire è quella attuata nel resto d’Europa, basata sul riscontro dell’evidenza scientifica.

Dobbiamo ripartire dalla strategia dei quattro pilastri – lotta al traffico, prevenzione, cura/riabilitazione, riduzione del danno – che l’Unione Europea propone e sperimenta da anni negli stati membri come unica strada percorribile, convalidata da centinaia di progetti, sperimentazioni, servizi e relazioni attivate in questi anni anche in Italia.

È folle voler appiattire tutto alla luce dell’ideologia che vuole trasformare tabelle scientifiche di sostanze psicoattive estremamente diverse – con pericolosità e controindicazioni diverse, elaborate per esigenze scientifiche, sanitarie e di trattamento – in categorie politiche funzionali alla condanna non solo dei comportamenti, ma anche delle persone. Parificare tutto, dall’eroina alla cannabis, dalla cocaina all’estasi, dal consumo occasionale a quello ripetuto e dipendente, dallo spaccio al consumo condiviso, ne è la conferma. La proposta generalizzata di pene pesanti e illogiche, a partire da un minimo di sei fino a vent’anni di carcere, punisce quasi allo stesso modo il giovane che sperimenta con gli amici una trasgressione, il tossicodipendente gravemente compromesso nel consumo, lo spacciatore di strada, il grande trafficante che ci specula.


Qualità della vita delle persone sieropositive

Un ultimo appello nel mantenere alto l'impegno per migliorare la situazione in Italia non può prescindere dall'attenzione alla qualità della vita delle persone sieropositive. Ancora oggi esistono disparità nell'accesso ai trattamenti farmacologici tra il nord e il sud del paese dettate da scelte aziendali sulla base di disponibilità di budget. Anche la possibilità di sottoporsi a esami diagnostici importanti e necessari all'individuazione della terapia idonea non è garantita in tutte le Regioni. Ancora, episodi di emarginazione e discriminazione in ambito lavorativo non sono stati cancellati del tutto dal vivere quotidiano. Le persone sieropositive quando si recano al di fuori dei reparti di Malattie Infettive, in ambulatori pubblici o privati o devono essere operate, sono spesso oggetto di discriminazione da parte di medici e di operatori sanitari, così come quando si recano dal dentista.
Siamo perfettamente coscienti di come non sia semplice debellare anni di ignoranza e disinformazione che ancor oggi persistono a danno delle persone sieropositive, ma le istituzioni non devono dimenticarsi che il prolungamento delle aspettative di vita comporta la possibilità di scelte importanti come per esempio quella di portare avanti una gravidanza.

Alla luce delle nuove attese di vita, della giovane età di molte persone sieropositive e della provata efficacia della profilassi materno-fetale nel ridurre la trasmissione da madre a nascituro, molte donne e uomini Hiv+ decidono di avere bambini. Tuttavia l’offerta di servizi di concepimento assistito e di riproduzione assistita per persone che vivono con l’Hiv è quasi assente dal territorio nazionale. Considerando l’importanza del tema della prevenzione sessuale nelle coppie sierodiscordanti (in cui una sola delle persone è sieropositiva) ed essendo l’Hiv un’infezione che si trasmette sessualmente, è ovvio che il concepimento per vie naturali ha in sé un rischio di trasmissione virale all’interno della coppia sierodiscordante che andrebbe evitato.

In Italia vi sono solo un paio di centri - tra strutture pubbliche e private - che riescono a dare una risposta alle coppie che decidono di concepire un bambino utilizzando la tecnica del lavaggio dello sperma, limitando quasi allo zero il rischio di contagio della partner sieronegativa. È invece importante costruire percorsi strutturati di invio a questi servizi ed è essenziale moltiplicare i centri, tenendo conto delle difficoltà di molte coppie ad affrontare le spese per la trasferta.

Una questione invece mai affrontata nel nostro paese è la situazione inversa, quando cioè è la donna a essere sieropositiva e necessiti di una fecondazione medicalmente assistita, operazione che nessun centro italiano offre.
A tale proposito ribadiamo l'appello a rivedere la già ampiamente discussa legge 40 del 2004 che non permette l'accesso alla fecondazione assistita per le coppie sieropositive che non sono in possesso del requisito accertato di sterilità (perché questo è requisito fondamentale per l'accesso alla sperimentazione).


“STOP AIDS. KEEP THE PROMISE”
traduzione della versione originale dell’UNAIDS

FERMIAMO L’AIDS
MANTENIAMO LE PROMESSE
Possiamo farlo?

MANTENERE LE PROMESSE

La ragione frequentemente addotta dalle istituzioni pubbliche per giustificare il mancato impulso alle iniziative di lotta all’Aids è la carenza di fondi. Secondo la Banca Asiatica di Sviluppo, tuttavia, i governi potrebbero benissimo incrementare i finanziamenti dedicati alle misure di controllo e riduzione dell’epidemia. Nel 2003 i finanziamenti erogati da enti pubblici e privati nella regione Asia-Pacifico sono ammontati a soli 200 milioni di dollari. I 5 miliardi di dollari all’anno, corrispondenti al valore massimo di finanziamenti necessari nel periodo 2007-2010, sono pari allo 0,2% del reddito registrato in quest’area nel 2001.
L’utilizzo delle risorse va ottimizzato evitando sprechi e inefficienze: in quasi tutti i paesi della regione l’epidemia non è generalizzata bensì concentrata su precisi gruppi sociali, ma le campagne finanziate si rivolgono all’intera popolazione.

Fermiamo l’Aids. Manteniamo le promesse. Tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite si sono accordati per raggiungere gli obiettivi definiti dall’UNGASS (Sessione Speciale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sull'Infanzia) e gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG). È stato così? E che dire degli obiettivi nazionali? Si sono tradotte le promesse in interventi efficaci? Quest’anno, più che mai, dobbiamo fare di tutto per assicurare che le promesse vengano mantenute.

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L’epidemia dell’Aids rappresenta una tragedia per la salute e lo sviluppo. Nel mondo esistono 40 milioni di individui colpiti dall’infezione, dei quali 3 milioni infettati nel solo anno passato. Ciò si sarebbe potuto evitare: conosciamo a fondo la malattia e sappiamo quali sono gli strumenti utili o inutili a contrastarla. E allora, perché non si è agito per evitare il diffondersi del contagio? Perché l’incidenza continua a incrementare anziché ridursi? È necessario assumere un impegno reale a raggiungere degli obiettivi precisi, che aiutino a valutare i risultati conseguiti e a impostare gli interventi successivi.

Gli obiettivi fissati per la lotta all’Aids negli ultimi anni sono stati vari:

2000 - Obiettivi di Sviluppo del Millennio per invertire l’evoluzione dell’epidemia di Hiv/Aids;
2001 - Dichiarazione di Impegno dell’UNGASS, includente numerosi obiettivi;
2003 - Strategia “3 per 5” per accrescere l’impiego della terapia antiretrovirale entro il 2005.

Si è trattato di impegni preziosissimi, ma inutili se non verranno tradotti in interventi concreti. Il tema della Giornata mondiale della lotta all’AIDS nel 2005 – “Fermiamo l’Aids. Manteniamo le promesse” - costituisce un appello rivolto ai governi affinché mantengano la parola data, un richiamo all’assunzione di responsabilità. Si possono trarre delle lezioni utili da un esame attento degli interventi compiuti e delle carenze esistenti.
Esistono segnali crescenti che, mettendo in campo una volontà precisa e risorse sufficienti, si potrebbe invertire la tendenza dell’epidemia. Si può evitare che decine di milioni di nuovi individui contraggano l’infezione, la trasmettano ai loro cari e vadano poi incontro alla morte. Esiste una prospettiva diversa.
Ciò che serve è la volontà politica. Solo pochi paesi hanno attuato interventi efficaci mirati a evitare la diffusione del virus tra chi assume sostanze stupefacenti per via iniettiva, benché questo rappresenti uno dei principali meccanismi di trasmissione dell’infezione da Hiv in questa Regione. Spesso si assumono misure repressive di carattere punitivo, che però si sono dimostrate controproducenti. Ciò che serve per proteggere le fasce più vulnerabili sono coraggio e comprensione.
L’Aids è una malattia che riflette la tragicità delle condizioni sociali esistenti sul nostro pianeta: disuguaglianze profonde, fasce sociali emarginate, sistemi sanitari allo sfascio e politiche volte a tutelare il commercio anziché la vita. Affrontare l’epidemia richiede la ricerca di soluzioni a problemi che si trascinano da molto tempo, come la tossicodipendenza o la mancanza di autonomia per la donna. Ma è proprio qui che ci si apre una strada per cambiare le cose.

Si sta verificando una catastrofe sotto i nostri occhi. Modificare l’andamento dell’epidemia richiede un’azione coraggiosa e immediata, traducendo obiettivi ed impegni assunti in interventi precisi.




LILA - Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids - ONLUS
www.lila.it

domenica, novembre 27, 2005

Juli Lyrics

Juli
Anders
Wir stolpern fast übereinander,
Ham' uns 'n Jahr nicht mehr gesehen.
Ich hab gestern noch an dich gedacht…
Ich freu mich wirklich, dich zu sehn.
Komm sieh mir ruhig in die Augen,
wenn du erzählst wie es dir geht.

Du sagst, du hast es gefunden.
Du hast ja auch lang genug gesucht
Sohn bisschen Normalität
tut uns allen mal ganz gut.
Ich kann nicht glauben, dass du meinst, was du da sagst.
Du hast aufgegeben, wenn du mich fragst

Du warst doch anders als die Andern,
irgendwie speziell…
Hattest deinen eigenen Kopf,
warst gefährlich und schnell.
Schleichst mit'm Rücken an der Wand lang,
hast dich verloren irgendwo…

Alles was ich von dir will
ist ein bisschen Ehrlichkeit.
Gefällst du dir so wie du bist,
ist deine wilde Zeit vorbei?
Deine Träume begraben,
deine Gedanken schwer wie Blei,
keinen mut und keine Angst?

Du warst doch anders als die Andern,
irgendwie speziell…
Hattest deinen eigenen Kopf,
warst gefährlich und schnell.
Schleichst mit'm Rücken an der Wand lang,
hast dich verloren irgendwo…

Du Drehst Dich Um
Du irrst ziellos durch die Straßen,
drehst dich nach rechts und mal nach links.
Es gibt kein Vor und kein Zurück mehr,
denn hier ist keiner, der dich kennt.

Auch wenn du mich verzweifelt nach dem Ziel fragst,
und dich mein Schweigen irritiert…
Ich bin leider nicht von hier…
Ich bin leider nicht von hier…

Du drehst dich um,
denn du weißt nicht mehr weiter.
Du siehst zurück,
bist an der Hoffnung gescheitert.
Du drehst dich um,
hast den Kampf verloren.
Ich bleib an deiner Seite,
komm, wir suchen das Weite.

Wooo-hoo-hoooh
komm wir suchen das Weite…


Geile Zeit
Hast du geglaubt, hast du gehofft, dass alles besser wird?
Hast du geweint, hast du gefleht, weil alles anders ist?
Wo is die Zeit? Wo ist das Meer?
Sie fehlt, sie fehlt hier, du fragst mich, wo sie geblieben ist!?

Die Nächte kommen, die Tage gehen, es dreht und wendet sich.
Hast du die Scherben nicht gesehen, auf denen du weiter gehst?
Wo ist das Licht? Wo ist dein Stern?
Er fehlt, er fehlt hier, du fragst mich, wo er geblieben ist!?

Wird alles anders…
Wird alles anders…
Wird alles anders…

Ja ich weiß, es war 'ne geile Zeit,
uns war kein Weg zu weit… du fehlst hier…
Ja ich weiß, es war 'ne geile Zeit.
Hey, es tut mir leid, es is vorbei…

Es ist vorbei…
Es ist vorbei…

Du willst hier weg, du willst hier raus, du willst die Zeit zurück.
Du atmest ein, du atmest aus, doch nichts verändert sich.
Wo ist die Nacht? Wo ist der Weg?
Wie weit, wie weit noch, du fragst mich, wo wir gewesen sind!?

Wird alles anders…
Wird alles anders…
Wird alles anders…

Ja ich weiß, es war 'ne geile Zeit,
uns war kein Weg zu weit… du fehlst hier…
Ja ich weiß, es war 'ne geile Zeit.
Hey, es tut mir leid, es ist vorbei…

Ja ich weiß, es war 'ne geile Zeit.
Hey, es tut mir leid, es ist vorbei…

Die Lichter sind aus, es ist schwer zu verstehen
Du siehst ja fast zu wie die Zeiger sich drehen
Du siehst deinen Stern, ihm kann nichts mehr passieren
weil du weißt, dass es geil war... dass es geil war...
weil du weißt, dass es geil war...

Ja ich weiß, es war 'ne geile Zeit,
uns war kein Weg zu weit… du fehlst hier…
Ja ich weiß, es war 'ne geile Zeit.
Hey, es tut mir leid, es is vorbei…

Ja ich weiß, es war 'ne geile Zeit.
Hey, es tut mir leid, es is vorbei…

Es ist vorbei…
Es ist vorbei…
Es ist vorbei…
Es ist vorbei…

Ich Verschwinde
Sie sagen dir, ich bin's nicht wert,
Du verschwendest deine zeit.
Sie sagen dir, du gibst zu viel,
Und dass nichts übrig bleibt.
Sie sagen erstens kommt es anders,
Und zweitens als man denkt.
Ich schaue raus und weiß,
Wie oft man sich umsonst verschenkt
Wenn ich anders könnte, würde ich mit dir fliegen…
Wenn ich anders könnte. würde ich dich lieben…

2x
Und ich weiß,
Dass alles in dir schreit,
Weil gar nichts von mir bleibt.
Ich verschwinde…

Du sagst, ich gebe uns keine Chance,
Und ich mache mir viel zu leicht.
Ich könnt so kotzen weil ich weiß,
Dass alle zeit der Welt nicht reicht…
Du hättest mir noch viel zu geben,
Das was uns beide heilt.
Wir wären ewig, wären groß,
Bis auf die Kleinigkeit.
Wenn ich anders könnte, würde ich mit dir fliegen…
Wenn ich anders könnte. würde ich dich lieben…

4x
Und ich weiß,
Dass alles in dir schreit,
Weil gar nichts von mir bleibt.
Ich verschwinde…

Ich verschwinde
Ich verschwinde
Ich verschwinde


Kurz Vor Der Sonne
Du kannst fast schon danach greifen
Und aus deiner Umlaufbahn
Zieht es dich in Richtung erde
Die man nur dort verändern kann
Alles, was dir so viel wert war
War’s nicht das Worum’s dir geht
Leg nicht alles was wir suchen
Um in unseren schmerz, versteh
Und du startest durch
Durch Atmosphären, rauem und zeit
Stolperst über Sterne und Planeten
Und das glück ist nicht mehr weit
Kurz vor der sonne
Holen dich die zweifelt ein
Du hältst kurz an
Und schaust zurück
Doch deine Welt ist winzig klein
Kurz vor der sonne
Kommt die Dunkelheit zurück
Und du merkst, dass man hier draußen
Ganz schön einsam ist


November
Frag' nicht nach Morgen, denn er bleibt dir verborgen.
Frag' nicht was gestern war, wir ziehen unsere Kreise,
auf unserer Reise, wo eben noch Sonne war.
Wir ertrinken zu zweit in unseren Worten.
Wir ertrinken zu zweit in Einsamkeit.

Irgendwann im November…
Irgendwann im November…
Zu lang, zu weit, zu viel passiert…
Irgendwann im November…

Wir verlieren uns im Regen, auf endlosen Wegen.
Warum lässt du mich im Stich? Wir ziehen immer weiter,
denn wir sind Schattenreiter, auf unserem Weg ins Licht.

Egal, was noch kommt, egal, was du sagst…
Auch wenn du jetzt schweigst, ich habe versagt…

Denn es ist Juli…
Denn es ist Juli…
Denn es ist Juli…

Irgendwann im November…
Irgendwann im November…
Irgendwann im November…
Werden wir uns nicht mehr sehen…


Perfekte Welle
Mit jeder Welle kam ein Traum
doch Träume gehen vorüber
dein Brett ist verstaubt
deine Zweifel schäumen über
du hast ein Leben lang gewartet
hast gehofft, dass es sie gibt
hast den Glauben fast verloren
hast dich nicht vom Fleck bewegt

Jetzt kommt sie langsam auf dich zu
das Wasser schlägt dir ins Gesicht
siehst dein Leben wie ein Film
du kannst nicht glauben dass sie bricht

Das ist die perfekte Welle – das ist der perfekte Tag.
Lass dich einfach von ihr tragen – denk am besten gar nicht nach.
Das ist die perfekte Welle – das ist der perfekte Tag.
Es gibt mehr als du weißt – es gibt mehr als du sagst.

Deine Hände sind schon taub
du hast Salz in deinen Augen
zwischen Tränen und Staub
fällt es schwer noch dran zu glauben
du hast dein leben lang gewartet
hast die Wellen nie gezählt
du hast das alles nicht gewollt
hast viel zu schnell gelebt

Jetzt kommt sie langsam auf dich zu
das Wasser schlägt dir ins Gesicht
siehst dein Leben wie ein Film
du kannst nicht glauben dass sie bricht

Das ist die perfekte Welle – das ist der perfekte Tag.
Lass dich einfach von ihr tragen – denk am besten gar nicht nach.
Das ist die perfekte Welle – das ist der perfekte Tag.
Es gibt mehr als du weißt – es gibt mehr als du sagst.

Stellst dich in den Sturm und schreist – Ich bin hier! Ich bin frei!
Alles was ich will ist Zeit – Ich bin hier! Ich bin frei!
Stellst dich in den Sturm und schreist – Ich bin hier! Ich bin frei!
Ich bin hier! Ich bin frei!

Das ist die perfekte Welle (Welle ... Welle ... Welle ...)

Das ist die perfekte Welle – das ist der perfekte Tag.
Lass dich einfach von ihr tragen – denk am besten gar nicht nach.
Das ist die perfekte Welle – das ist der perfekte Tag.
Es gibt mehr als du weißt – es gibt mehr als du sagst.

Das ist die perfekte Welle – das ist der perfekte Tag dafür.
Das ist die perfekte Welle...
Das ist der perfekte Tag...


Regen Und Meer
Du bist nicht wie ich
Doch das ändert nicht
Dass du bei mir bist
Und ich zusehe wie du schläfst
Du bist noch längst nicht wach
Ich war's die ganze Nacht
Und hab mich still gefragt
Was du tust wenn ich jetzt geh
Und dann verlass' ich deine Stadt
Ich sehe' zurück und fühl mich schwer
Weil gerade angefangen hat
Was du nicht willst
Und ich zu sehr
Ich bin der regen
Und du bist das Meer

Ich hab gedacht
Ich kann es schaffen
Es zu lassen
Doch es geht nicht
Hab's ein bisschen übertrieben
Dich zu lieben
Doch es geht nicht
Nichts unversucht gelassen
Dich zu hassen
Doch es geht nicht
Es geht nicht

Ich bin nicht wie du
Ich mach die Augen zu
Lauf blindlings durch die Straßen
Hier bin ich
Doch wo bist du
Soll das alles sein
Ich war so lang allein
Es war alles ganz in Ordnung
Ganz okay
Und dann kamst du
Und jetzt verlass' ich deine Stadt
Ich sehe' zurück und fühl mich schwer
Weil gerade angefangen hat
Was du nicht willst und ich zu sehr
Ich bin der regen und du bist das Meer

Ich hab gedacht
Ich kann es schaffen
Es zu lassen
Doch es geht nicht
Hab's ein bisschen übertrieben
Dich zu lieben
Doch es geht nicht
Nichts unversucht gelassen
Dich zu hassen
Doch es geht nicht
Es geht nicht

Ich bin der regen und du bist das Meer
Sanfter regen regnet leise
Ich bin der regen und du bist das Meer
Sanfter regen zieht in Wasser große kreise

Ich hab gedacht
Ich kann es schaffen
Es zu lassen
Doch es geht nicht
Hab's ein bisschen übertrieben
Dich zu lieben
Doch es geht nicht
Nichts unversucht gelassen
Dich zu hassen
Doch es geht nicht
Es geht nicht

Ich hab gedacht
Ich kann es schaffen
Es zu lassen


Sterne

Du starrst in die Sterne
Irgendwo in der Ferne
Erkenn ich dich am Horizont
Wo scheinbar nur du hinkommst
Was auch immer du siehst,
ich dacht wir wären zu zweit
Ich weiß nicht wie mir geschieht
Als meine Hand ins Leere greift.
Du bist jetzt irgendwo da draußen
Keine Zeit dich zu verstehen

Du bist jetzt irgendwo da draußen
Und ich kann ...
Ich kann dich sehn

Du stehst in den Sternen
Ich schau rauf zu dir
Und ich finde geil dich so zu sehn
Du stehst in den Sternen
Und ich schau rauf zu dir

Du stehst in den Sternen
Du wirst dich von mir entfernen
Wo kommen bloß all die Wolken her?
Warum verschwimmst du im Sternenmeer?
Fühl mich irgendwie berauscht
Hab ich so viel getrunken?
Hast du eben nur getauscht?
Dann schau jetzt besser nicht nach unten

Du bist jetzt irgendwo da draußen
Keine Zeit dich zu verstehen
Du bist jetzt irgendwo da draußen
Und ich kann ...
Ich kann dich sehn

Du stehst in den Sternen
Ich schau rauf zu dir
Und ich finde geil dich so zu sehn
Du stehst in den Sternen
Und ich schau rauf zu dir

Lass dich fallen
Bevor es hell wird
Lass dich fallen
Bevor du es bereust
Lass dich fallen
Bevor es hell wird
Und der Tag
Dich und mich zerstreut





Tage Wie Dieser
Tage wie dieser,
Kommen nie wieder.
Tage wie dieser,
Sollten nie vergessen gehen.

Drehst dich um
Und siehst sie wieder.
Drehst dich um
Undsiehst in deinem kopf die alten Bilder.
Spurst du noch immer nichts?

Siehst das licht,
Irgendwo am ende.
Der augenblick ist jetzt
Und fließt wie Sand durch deine Hände.
Doch du haelst dich...
Doch du haelst dich an ihm fest.

Tage wie dieser,
Kommen nie wieder.
Tage wie dieser,
Sollten nie vergessen gehen.

Du sprichst nicht mehr
Und siehst sie wieder.
Zerstückelt und zerstochen
Singen sie leise ihre Lieder.
Sprichst du noch immer nicht?

Sie haben gesagt,
Es wuerde regen geben.
Wir sitzen hier seit stunden,
Trinken wein und sind einfach nur am leben
Bis unsre Welt zerbricht, es dunkel ist.

Tage wie dieser,
Kommen nie wieder.
Tage wie dieser,
Sollten nie vergessen gehen.

Tage wie dieser,
Kommen nie wieder.
Tage wie dieser,
Sollten nie vergessen gehen.

Und alles, was uns bleibt,
Ist ein neuer morgen.
Du weißt, was das heißt...

Und alles, was uns bleibt,
Ist ein neuer morgen.
Du weißt, was das heißt...

Tage wie dieser,
Kommen nie wieder.
Tage wie dieser,
Sollten nie vergessen gehen.

Tage wie dieser,
Kommen nie wieder.
Tage wie dieser,
Sollten nie vergessen gehen



Tränenschwer
Du sagst du spürst nichts
Und deine Liebe ist verblasst
Doch ich durch schau' dich
Denn deine Worte sind aus Glas
Du hattest dir geschworen
Das wir uns nie mehr wieder sehn
Du dachtest tausend Jahre
Würden nicht' so schnell zu Ende gehen
Doch tränenschwer
Stehst du jetzt hier vor mir
Ich hab doch gewusst dass wir uns
Dass wir uns irgendwie wieder sehn
Und tränensschwer
Stehst du in meiner Tür
Ich hab gewusst
Dass du kommst
Weil du nicht ohne mich leben kannst
Du bist tränenschwer

Du kommst nicht weiter
Ich weiß am besten was dir fehlt
Es macht keinen Sinn mehr
Denn unsere Tage sind gezählt
Du hattest dir geschworen
Das wir uns nie mehr wieder sehn
Du dachtest tausend Jahre
Würden nicht so schnell zu Ende gehen
Doch tränenschwer
Stehst du jetzt hier vor mir
Ich hab doch gewusst
Dass wir uns
Dass wir uns irgendwann wieder sehn
Und tränensschwer
Stehst du in meiner Tür
Ich hab gewusst
Dass du kommst
Weil du nicht ohne mich leben kannst
Du bist tränenschwer

Baby, du bist Teil meiner Vergangenheit
Baby, du bist Teil meiner Vergangenheit
Baby, du bist Teil meiner Vergangenheit



Warum
Du stellst mir tausend fragen
Stellst dich mitten in den wind
Und ich hoffe du checkst
Dass sie nicht wichtig sind
Komm wir setzen jetzt die Segel
Nehmen alles mit was geht
Um nicht mehr umzudrehen
Auch wenn der wind sich dreht
Hey ich hör dich leise lachen
Und dann merk ich, wie's mich trifft
Ja, ich liebe diese tage
Die man morgens schon vergisst
Und ich schau dir in die Augen
Bin geblendet von dem licht
Das jetzt um sich greift
Auch wenn du nicht sprichst
Und alles an dir bleibt stumm

Warum warum
Warum ist doch egal
Denn heute Nacht sind nur wir zwei wichtig
Warum warum
Warum ist doch egal
Warum ist jetzt egal

Wir schauen über die Dächer
Ich schreib deinen Namen in die Nacht
Hey wir brauchen nicht mal Worte
Denn es reicht schon, wenn du lachst
Aus Sekunden werden stunden
Und ich weiß es klingt verrückt
Doch wenn's ganz hart kommt
Drehen wir die zeit zurück
Und alles an dir bleibt stumm


Warum ist jetzt egal
Warum ist doch egal

Bleib bei mir - du siehst zu mir
Bleib noch hier
Bleib bei mir - du siehst zu mir
Bleib bei mir

2x
Warum warum
Warum ist doch egal
Denn heute Nacht sind nur wir zwei wichtig
Warum warum
Warum ist doch egal
Warum ist jetzt egal
Warum ist doch egal



Wenn Du Lachst
Kalter wind in meinen herzen,
Kalter wind in meinem haar.
Kälter als hier untern wird's nicht mehr.
Niemals wird's so werden wie es war.

All die Sterne bleiben oben,
Und in mir bleibt nur deine spur.
Habe ich dich jemals belogen?
Frag ich leise und du lächelst nur.

Wenn du lachst, ist mir egal.
Wenn du lachst, ist mir egal.
Wenn du lachst, ist mir egal.

Ich trau der ruhe eines toten,
Ich traue niemand der mich liebt.
Doch mich zu hassen bleibt verboten.
Und es bleibt ein echtes wunder,
Wenn es dich noch gibt.

Wenn du lachst, ist mir egal.
Wenn du lachst, dann ist mir egal.
Wenn du lachst, ist mir egal,
Was noch kommt, dann ist alles andere,
Wenn du lachst, dann ist mir alles andere,
Wenn, wenn du lachst, dann ist mir alles andere,
Wenn, du nur lachst, dann ist mir alles andere scheiß egal,
Was kommt so egal.

venerdì, novembre 25, 2005

Una mamma per la Liberia

Liberia - 23.11.2005
Una mamma per la Liberia
Profilo di Ellen Johnson Sirleaf, la prima presidentessa africana



Ellen Johnson Sirleaf saluta i suoi sostenitoriAlla vigilia del ballottaggio dell’8 novembre, in pochi avrebbero scommesso su di lei. Ellen Johnson Sirleaf, una lunga carriera politica e economica alle spalle, si trovava a affrontare l’icona George Weah, il calciatore simbolo di una nazione e vero e proprio mito per le giovani generazioni. In palio la presidenza della Liberia, una nazione alle corde martoriata da 14 anni di guerra civile. Contro tutti i pronostici Ellen ce l’ha fatta, ottenendo quasi il 60 percento delle preferenze e diventando ufficialmente da ieri la prima presidentessa africana.

Gli esordi. In Liberia poche personalità possono vantare un profilo politico simile a quello della Sirleaf: 66enne, divorziata e madre di quattro figli, questa ex-studentessa di Harvard comincia la sua carriera politica negli anni ’70 come Ministro delle Finanze del presidente Tolbert. Quando nel 1980 il sergente Samuel Doe prende il potere a séguito di un golpe, per la Liberia è l’inizio della fine: corruzione e malgoverno imperversano, ma il clima di terrore instaurato dal nuovo presidente non favorisce di certo le critiche. Ellen Sirleaf è l’unica che, candidatasi al Senato nel 1985, ha il coraggio di contestare il regime prendendosi una condanna a dieci anni di carcere, di cui solo uno effettivamente scontato. Viene esiliata, ma dopo due anni torna in patria per intraprendere una brillante carriera di consulente finanziaria che la porterà a lavorare per il Programma di Sviluppo dell’Onu, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. In tutti gli incarichi Ellen si distingue per competenza e professionalità, diventando una delle figure di riferimento per il paese.

Immagini della guerra civileL’era Taylor. Nel frattempo in Liberia le cose precipitano: il signore della guerra Charles Taylor rovescia Samuel Doe dando il via a 14 anni di ininterrotta guerra civile, intervallati dalle elezioni presidenziali vinte dallo stesso Taylor nel 1997. Dopo aver inizialmente appoggiato la ribellione, forse il suo maggior errore politico, la Sirleaf prende le distanze dalla nuova dittatura e partecipa alle elezioni del 1997, dove finisce seconda con il 10 percento dei voti. Accusata di tradimento dal nuovo presidente liberiano è costretta al secondo esilio, dal quale fa ritorno solo nel 2003 dopo la cacciata di Taylor e la nascita del governo di transizione. Le viene affidata la presidenza della Commissione contro la corruzione, dalla quale la Sirleaf si dimette a fine 2004 per partecipare alla campagna elettorale non prima di aver aspramente criticato l’esecutivo in carica. La sua coerenza e il rifiuto di piegarsi a qualsiasi forma di sopruso le hanno valso il soprannome di “Iron Lady”, con cui ha condotto la campagna elettorale, e hanno messo a tacere chi la accusava di essere stata complice del passato regime.

Il grande sconfitto George WeahLa mamma della Liberia. Dopo la vittoria Ellen Sirleaf ha deposto l’ascia di guerra, dichiarando di voler diventare “la mamma di tutti i Liberiani” e invitando il grande sconfitto Weah a entrare nel prossimo governo di unità nazionale. Un boccone amarissimo da digerire per chi era dato come vincitore sicuro al termine del primo turno e finora non ha accettato la sconfitta. Questioni di poco conto per la nuova presidentessa, che si deve occupare di problemi ben più seri, come dare un futuro al suo paese. Sempre coerente con le sue idee, la Sirleaf comincerà dalla lotta alla corruzione, una vera piaga per la Liberia, che ha costretto l’Onu ha imporre un embargo sul commercio di legno pregiato e diamanti, le due risorse che potrebbero fare la fortuna del paese ma che finora sono solo state causa di guerre e miseria. Senza dimenticare la questione Taylor, in esilio in Nigeria ma passibile di estradizione per i crimini commessi durante i conflitti in Sierra Leone e Liberia. Sfide difficili, ma per le quali Ellen Sirleaf potrebbe rivelarsi la personalità più adatta. Con buona pace di calciatori, ministri corrotti e signori della guerra.
Matteo Fagotto


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Dalai Lama dei Rammstein

Dalai Lama

Ein Flugzeug liegt im Abendwind
An Bord ist auch ein Mann mit Kind
Sie sitzen sicher sitzen warm
Und gehen so dem Schlaf ins Garn
In drei Stunden sind sie da
Zum Wiegenfeste der Mama
Die Sicht ist gut der Himmel klar

Weiter, weiter ins Verderben
Wir müssen leben bis wir sterben
Der Mensch gehört nicht in die Luft
So der Herr im Himmel ruft
Seine Söhne auf dem Wind
Bringt mir dieses Menschenkind

Das Kind hat noch die Zeit verloren
Da springt ein Wiederhall zu Ohren
Ein dumpfes Grollen treibt die Nacht
Und der Wolkentreiber lacht
Schüttelt wach die Menschenfracht

Weiter, weiter ins Verderben
Wir müssen leben bis wir sterben
Und das Kind zum Vater spricht
Hörst du denn den Donner nicht
Das ist der König aller Winde
Er will mich zu seinem Kinde

Aus den Wolken tropft ein Chor
Kriecht sich in das kleine Ohr
Komm her, bleib hier
Wir sind gut zu dir
Komm her, bleib hier
Wir sind Brüder dir

Der Sturm umarmt die Flugmaschine
Der Druck fällt schnell in der Kabine
Ein dumpfes Grollen treibt die Nacht
In Panik schreit die Menschenfracht

Weiter, weiter ins Verderben
Wir müssen leben bis wir sterben
Und zum Herrgott fleht das Kind
Himmel nimm zurück den Wind
Bring uns unversehrt zu Erden

Aus den Wolken tropft ein Chor
Kriecht sich in das kleine Ohr
Komm her, bleib hier
Wir sind gut zu dir
Komm her, bleib hier
Wir sind Brüder dir

Der Vater hält das Kind jetzt fest
Hat es sehr an sich gepreßt
Bemerkt nicht dessen Atemnot
Doch die Angst kennt kein Erbarmen
So der Vater mit den Armen
Drückt die Seele aus dem Kind
Diese setzt sich auf den Wind und singt:

Komm her, bleib hier
Wir sind gut zu dir
Komm her, bleib hier
Wir sind Brüder dir


Dalai Lama

Un aereo è nel vento della sera
A bordo ci sono anche un uomo e il suo bambino
Siedono sicuri e al caldo
E così cadono nella trappola del sonno
In tre ore saranno là
Per il compleanno di mamma
La visibilità è buona il cielo è limpido

Avanti, avanti verso la distruzione
Dobbiamo vivere finché moriamo
Gli umani non appartengono al cielo
Così il Signore dal Paradiso chiama
I suoi figli al vento
Portatemi questo bambino umano

Questo bambino ha ancora perso tempo
Allora un eco salta alle sue orecchie
Un rimbombo smorzato porta la notte
E il portatore di nuvole ride
Scuote il carico umano svegliandolo

Avanti, avanti verso la distruzione
Dobbiamo vivere finché moriamo
E il bambino dice a suo padre
Non senti il tuono?
Quello è il re di tutti i venti
Vuole che io diventi il suo bambino

Dalle nuvole gocciola un coro
Che si insinua nel piccolo orecchio
Vieni qui, stai qui
Saremo buoni con te
Vieni qui, stai qui
Siamo i tuoi fratelli

La tempesta abbraccia la macchina volante
La pressione scende velocemente nella cabina
Un rimbombo smorzato porta la notte
Nel panico il carico umano urla

Avanti, avanti verso la distruzione
Dobbiamo vivere finché moriamo
E a Dio il bambino supplica
Cielo porta indietro il vento
Portaci illesi sulla terra

Dalle nuvole gocciola un coro
Che si insinua nel piccolo orecchio
Vieni qui, stai qui
Saremo buoni con te
Vieni qui, stai qui
Siamo i tuoi fratelli

Il padre ora sta tenendo il bambino
E lo ha schiacciato forte contro sè stesso
Non nota la sua difficoltà a respirare
Ma la paura non conosce pietà
Così con le sue braccia il padre
Spreme l'anima dal bambino
Che prende il suo posto sopra il vento e canta:

Vieni qui, stai qui
Saremo buoni con te
Vieni qui, stai qui
Siamo i tuoi fratelli


La canzone prende spunto dal poema "Erlkönig" (Il Re degli Elfi) di Goethe.

Reise, Reise

Reise, Reise

Auch auf den Wellen wird gefochten
Wo Fisch und Fleisch zur See geflochten
Der eine sticht die Lanz' im Heer
Der andere wirft sie in das Meer

Ahoi

Reise, Reise Seemann Reise
Jeder tut's auf seine Weise
Der eine stößt den Speer zum Mann
Der andere zum Fische dann

Reise, Reise Seemann Reise
Und die Wellen weinen leise
In ihrem Blute steckt ein Speer
Bluten leise in das Meer

Die Lanze muß im Fleisch ertrinken
Fisch und Mann zur Tiefe sinken
Wo die schwarze Seele wohnt
Ist kein Licht am Horizont

Ahoi

Reise, Reise Seemann Reise
Jeder tut's auf seine Weise
Der eine stößt den Speer zum Mann
Der andere zum Fische dann

Reise, Reise Seemann Reise
Und die Wellen weinen leise
In ihrem Blute steckt ein Speer
Bluten leise in das Meer

Reise, Reise Seemann Reise
Und die Wellen weinen leise
In ihrem Herzen steckt ein Speer
Bluten sich am Ufer leer


Viaggio, viaggio

Anche sulle onde c'è combattimento
Dove pesce e carne sono intrecciati nel mare
Uno tira la lancia nell'esercito
Un altro la lancia nell'oceano

Ahoy (saluto dei marinai)

Alzati, alzati marinaio alzati
Ognuno lo fa a modo suo
Uno conficca l'arpione nell'uomo
Un altro allora nel pesce

Alzati, alzati marinaio alzati
E le onde piangono sommessamente
Nel loro sangue è conficcato un arpione
Sanguinano lentamente nel mare

La lancia deve annegare nella carne
Pesce e uomo affondano nelle profondità
Dove abita l'anima nera
Nessuna luce all'orizzonte

Ahoy

Alzati, alzati marinaio alzati
Ognuno lo fa a modo suo
Uno conficca l'arpione nell'uomo
Un altro allora nel pesce

Alzati, alzati marinaio alzati
E le onde piangono sommessamente
Nel loro sangue è conficcato un arpione
Sanguinano lentamente nel mare

Alzati, alzati marinaio alzati
E le onde piangono sommessamente
Nel loro cuore è conficcato un arpione
Sanguinano fino a dissanguarsi sulla spiaggia

Rosenrot dei Rammstein

Rosenrot

Sah ein Mädchen ein Röslein stehen
Blühte dort in lichten Höhen
So sprach sie ihren Liebsten an
Ob er es ihr steigen kann

Sie will es und so ist es fein
So war es und so wird es immer sein
Sie will und so ist es Brauch
Was sie will bekommt sie auch

Tiefe Brunnen muß man graben
Wenn man klares Wasser will
Rosenrot oh Rosenrot
Tiefe Wasser sind nicht still

Der Jüngling steigt den Berg mit Qual
Die Aussicht ist ihm sehr egal
Hat das Röslein nur im Sinn
Bringt es seiner Liebsten hin

Sie will es und so ist es fein
So war es und so wird es immer sein
Sie will und so ist es Brauch
Was sie will bekommt sie auch

Tiefe Brunnen muß man graben
Wenn man klares Wasser will
Rosenrot oh Rosenrot
Tiefe Wasser sind nicht still

An seinen Stiefeln bricht ein Stein
Will nicht mehr am Felsen sein
Und ein Schrei tut jedem kund
Beide fallen in den Grund

Sie will es und so ist es fein
So war es und so wird es immer sein
Sie will und so ist es Brauch
Was sie will bekommt sie auch

Tiefe Brunnen muß man graben
Wenn man klares Wasser will
Rosenrot oh Rosenrot
Tiefe Wasser sind nicht still


Rosella*

Una ragazza vide una rosellina
Fiorì lì sulle chiare alture
Chiese al suo amato
Se la potesse cogliere per lei

Lei la vuole e va bene
Così fu e così sempre sarà
Lei la vuole così è usanza
Ciò che vuole lei lo ottiene

Pozzi profondi si devono scavare
Quando si vuole acqua limpida
Rosella oh Rosella
Acque profonde non sono tranquille

Il ragazzo scala la montagna con sofferenza
La vista non gli interessa
Ha in mente solo la rosellina
La porta al suo amore

Lei la vuole e va bene
Così fu e così sempre sarà
Lei la vuole così è usanza
Ciò che vuole lei lo ottiene

Pozzi profondi si devono scavare
Quando si vuole acqua limpida
Rosella oh Rosella
Acque profonde non sono tranquille

Ai suoi stivali si rompe una pietra
Non vuole più essere sulle rupi
Ed un urlo fa sapere a tutti
Entrambi stanno cadendo al suolo

Lei la vuole e va bene
Così fu e così sempre sarà
Lei la vuole così è usanza
Ciò che vuole lei lo ottiene

Pozzi profondi si devono scavare
Quando si vuole acqua limpida
Rosella oh Rosella
Acque profonde non sono tranquille


* La canzone è ispirata al poema di Goethe "Heidenröslein" ("Rosellina della landa") e alla favola dei fratelli Grimm "Schneeweisschen und Rosenrot" ("Rosaspina e Rosella"

Mutter dei Rammstein

Mutter

Die Tränen greiser Kinderschar
ich zieh sie auf ein weisses Haar
werf in die Luft die nasse Kette
und wünsch mir dass ich eine Mutter hätte

Keine Sonne die mir scheint
keine Brust hat Milch geweint
in meiner Kehle steckt ein Schlauch
hab keinen Nabel auf dem Bauch

Mutter

Ich durfte keine Nippel lecken
und keine Falte zum verstecken
niemand gab mir einen Namen
gezeugt in Hast und ohne Samen

Der Mutter die mich nie geboren
hab ich heute Nacht geschworen
ich werd ihr eine Krankheit schenken
und sie danach im Fluss versenken

Mutter

In ihren Lungen wohnt ein Aal
auf meiner Stirn ein Muttermal
entferne es mit Messers Kuss
auch wenn ich daran sterben muss
auch wenn ich verbluten muss

Mutter gib mir Kraft


Madre

Le lacrime di una folla di bambini molto vecchi
li lego con un capello bianco
getto la catena bagnata nell'aria
e desidero di aver avuto una madre

Niente luce del giorno per me
non c'era un petto che piangeva latte
ho un tubo infilato in gola
non ho l'ombelico sulla pancia

Madre

Non mi era permesso di leccare nessun capezzolo
e non c'era nessuna piega in cui nascondersi
nessuno mi ha dato un nome
generato in fretta e senza sperma

Stanotte ho giurato
per la madre che non mi ha mai dato alla luce
le manderò una malattia
e poi la lascerò annegare nel fiume

Madre

Un anguilla vive nei suoi polmoni
sulla mia fronte, una voglia
la rimuovo con il bacio di un coltello
anche se causerà la mia morte
anche se sanguinerò fino alla morte

Madre dammi la forza

Revenheart

Ravenheart
Xandria

Composição: Indisponível

Come to me, Ravenheart
Messenger of evil
Come to me. What's the news?
Here I'm still left lonely

You shadow of forgotten dreams
You come to take again
My hope on your black wings

Of love & hate the singers tell
But I feel more, more of both,
More than heaven & hell.
I take a bow to destiny.
Now I have really learnt my part
Once loving him, now hating love
I've made mistakes, my Ravenheart

Will I get back who I adore?
Thus spoke the raven: nevermore.

In love with the darkness

In Love With The Darkness
Xandria

Composição: Indisponível

No more tears
I'm out of fears
I'm out of pain
I'm out in the rain

It will gently wash away
The light of the day

I'm in love with the darkness of the night
I'm in love with all that's out of sight
I'm in love with the magic of the new
And the darkness loves me, too

Finally
It covers me
It makes me taste
It's sure embrace

It will gently take away
The sorrows of the day

Come out, come out wherever you are
Don't hide, don't hide near or far
Don't hide

India von Xandria

India
Xandria

Composição: Indisponível

On!
Sailing on!
To our fate!
To India…

Above the seas with the wind we are flying high
Our wings are sails and our trail means no second try
Golden and silver the future will be
When we´re at the aim

Forward we sail into the unknown
We have no fear we´re sacred
We´re going to where no one has gone before
Keep on til we have reached the sunset
There will be no withdrawal
We´re heading for the the treasures of India

Stars show the way through the night, we don´t look behind
Water supplies getting low but we´re strong in mind
Power and Glory will come to us all
When we´re at the aim

Once there was a vision to find
A new land behind the horizon
When we chased the sun
A whole new world was born

My dearest wishes they will be fulfilled
When we have reached our destination

Forward we sail into the unknown
We have no fear we´re sacred
We´re going to where no one has gone before
Keep on til we have reached the sunset
There will be no withdrawal
We´re heading for the the treasures of India

Noir

Noir
Saturnus

Composição: Indisponível

Tears to fill the despair
Dreams to hunt forever
So fill up my cup with emptiness again
And chase those blackenened dreams on
More time

Nevertheless i'm gone

The drone of snow
As i breathe every second of your nearness
So fill my cup with despair again
And dream those blackened dream one
More time

Nevertheless i'm gone

Help me change
Change the pain
My sadness never sleeps
I walk the lonely mile
Should i forget your face?
And cast away my dreams?
Should i walk away?
Would i walk forever?

Nevertheless i'm gone

Entwine - Burden

I have to lay it down
Before the sky falls down on me
Feels like the way goes down
My forgotten guilt will rise again
No use to live this life
With all these fears inside my heart
I need a place to hide
'Cos my forgotten guilt will rise again
I will try to get out of this pain
So I cry
That's the way to release the pain out of my head
It's hard to smile when I'm down
But I'll do the best I can
I will try to get out of this pain

Charon

CHARON LYRICS
Little Angel (2001 SINGLE)

1. Little Angel
2. Sister Misery


1. Little Angel

LITTLE ANGEL YOUR WORLD CAN BE SO CRUEL
I SET YOUR WINGS ON FIRE EVERY NIGHT
I SEE YOU CRY

PAIN, I TAKE IT ALL AND HAVE SOME MORE (TONIGHT)
FIRE, IT LICKS YOUR SKIN BUT HEART IS COLD
A HEART THAT NEVER BEATS JUST FOR HERSELF

LITTLE ANGEL YOUR WORLD CAN BE SO CRUEL
I SET YOUR WINGS ON FIRE EVERY NIGHT
I DIE FOR YOU EVERYTIME
I SEE YOU CRY

RAIN, I SHOWER IN HER DROPS OF TEARS (TONIGHT)
OH FOR OUR HATE, SHE CRAVED NO MORE BUT HAVE IT ALL
SHE TOOK SOME PAIN AND STARTED AGAIN
STARTED TO LOOSE HER LIFE BEFORE MY EYES

A HEART THAT NEVER BEATS FOR NO ONE ELSE


2. Sister Misery

LET MY BODY BURN, LET MY BODY SWIRL AROUND YOU
ALL AROUND YOU
LET ME COME INSIDE, LET ME BE A PART OF YOU TONIGHT
COME TO TASTE MY...

ALL WE CRIED COMES CRAWLING BACK BEFORE IT BURNS MY WORLD
TONIGHT WE LL SING OUR SORROW, SING OUR SORROW SONG

TAKE ME TONIGHT
SING OUR SORROW SONG
DIE SISTER DIE
SING OUR SORROW SONG

YOU DON T NEED TO CRY I CAN SHOW WHAT IT S LIKE FOR YOU TO SPARE
YOU FROM THESE PAIN
YOU RE FOREVER HERE, YOU RE FOREVER HERE IN MY HEART
AND I LOVE TO DIE FOR YOU



Thanks to am0namarth@yahoo.com for sending these lyrics.

Too Sad to Live

Too Sad to Live
by For My Pain...

Composição: Indisponível

Everything she tries for the sake of that little boy
Gives all her love, every single piece of her heart
Don’t lose your head, don’t lose your faith or you’ll end up dead
You’re one of a kind, don’t drown yourself into the crowd

Oh, my precious sister, it’s you who I adore,
In spite of those sleepless nights you still keep carrying on
With your life, with you soul
The faster beats your heart the more you’re lost/gone

I know it hurts bad, to give everything and still end up sad
Twisted fact of life, every single day is another fight

Oh, my precious sister, it’s you who I adore,
In spite of those sleepless nights you still keep carrying on
With your life, with you soul
The faster beats your heart the more you’re lost/gone

Too sad to feel anything, these scars will never heal, or so it feels...
Oh, A little child only hope in here, but it takes more than I can give, sadness set me free…

giovedì, novembre 24, 2005

Prevenzione!

Prevenire è meglio anzicchè curare!!!
Per non prendere l'HIV l'unico modo è la prevenzione, il preservativo può essere utile, ma tutta via leggete qua:

Il preservativo colabrodo
http://rassegnastampa.totustuus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=403


Il preservativo colabrodo
admin il Saturday, 07 May @ 00:00:00 CEST

Articolo pubblicato su Il Timone n.1 maggio-giugno 1999

Lo spacciano per sicuro ma non è vero! Il virus dell'Hiv può trasmettersi anche se il preservativo è correttamente usato. Perché non informano i giovani di questo pericolo? Forse per non mettere in pericolo il business di certe lobbies.

di Tommaso Scandroglio


Lo spacciano per sicuro ma non è vero! Il virus dell'Hiv può trasmettersi anche se il preservativo è correttamente usato. Perché non informano i giovani di questo pericolo? Forse per non mettere in pericolo il business di certe lobbies.

Una propaganda interessata, cui non mancano ingenti mezzi economici, sostiene, in assenza quasi totale di voci contraddittorie, che l'uso del preservativo garantisce totalmente dal contagio del virus Hiv, impedendo la diffusione della peste del secolo, dell'AIDS.

Ovviamente, peste e corna nei confronti della Chiesa cattolica, la cui morale retrograda e oscurantista si ostina a negare liceità all'uso dei contraccettivi, anche in epoca così a rischio di contagio mortale per larghe fasce di popolazione, soprattutto nei Paesi più poveri. Chiesa senz'anima, arroccata su principi insostenibili, crudele, inamovibile persino di fronte al pericolo di morte che circonda i nostri giovani.

E così, ancora una volta sul banco degli imputati, la Chiesa ed i cattolici, per lo meno quelli che ancora seguono le indicazioni del Magistero in materia di morale sessuale, vengono additati a incoscienti, se non colpevoli, complici della propagazione del virus letale. Costretti in difesa, non sappiamo quasi che cosa balbettare di fronte all'indice puntato di questi giustizieri dal giudizio inappellabile. Ma si e` proprio certi che le cose stiano veramente così? Si è sicuri che il profilattico protegga totalmente dal virus dell'AIDS? Facciamo il punto della situazione.

1. Chi è sieropositivo ha una malattia mortale di cui l'AIDS non è che lo stadio finale.

2. Chi è sieropositivo può contagiare gli altri.

3. Attualmente non esiste alcuna medicina o vaccino che guarisca da questa malattia e dunque l'unico mezzo per non contrarre questo virus è la prevenzione.

Ma oggi, quando si parla di prevenzione, viene alla mente una parolina magica: "preservativo". Lo dice il nome: preserva. Preserva la donna dal rimanere incinta, preserva giovani e meno giovani dal mortale contagio dell'Hiv. Ma qualcuno - ci limitiamo a prenderne atto - dubita che il preservativo sia realmente uno strumento che garantisca di non essere contagiati dal virus. La cosa e` risaputa, circola negli ambienti scientifici, ma si preferisce non divulgarla. Tra i dubbiosi va annoverato il professor Joannes .P.M. Lelkens, emerito di anestesiologia all'Università di Maastricht e docente di fisiologia all'Istituto "MEDO" di Kerkrade (paesi Bassi) per la famiglia e l'educazione.

La tesi del professor. Lelkens parte innanzitutto da una constatazione: la probabilità di rimanere incinta utilizzando costantemente, in ogni rapporto sessuale, il preservativo varia il 9% e il 14%. Vale a dire che, se 100 coppie, per un anno intero usano esclusivamente il preservativo come anticoncezionale, circa 12 donne rimangono incinte. Il dato, sconosciuto al popolo dei fruitori di contraccettivi, è confermato anche da una recente indagine condotta dall'Associazione degli ostetrici e ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi). Anche questa indagine, ovviamente, passata sotto silenzio quasi totale. Ma proseguiamo. E' dunque provato scientificamente che gli spermatozoi possono passare attraverso il preservativo. Lo stesso professore ci informa che il virus dell'AIDS e` piu` piccolo degli spermatozoi (0,1 micron) e perciò ha più facilità a passare attraverso il profilattico. Quanto afferma il professor Lelkens è confermato da uno studio compiuto da C.M. Roland, capo della sezione "Proprietà dei polimeri" del Naval Research Laboratory di Washington, apparso in un articolo della rivista specializzata Rubber World del giugno del 1993. "Sulla superficie del preservativo - scrive Roland - la struttura originale appare al microscopio come un insieme di crateri e di pori. Più importante per la trasmissione dei virus è la scoperta di canali del diametro medio di 5 micron, che trapassano la parete da parte a parte. Ciò significa un collegamento diretto tra l'interno e l'esterno del preservativo attraverso un condotto grande 50 volte il virus". La notizia va presa con estrema attenzione: il preservativo presenta fori 50 volte più grandi del virus dell'AIDS e quindi questo virus può benissimo attraversare la parete di gomma del profilattico. La maniera migliore per verificare la veridicità di questi dati era testare nella realtà la presunta sicurezza offerta dai preservativi. Questo è appunto ciò che ha fatto la dottoressa Susan C. Weller che ha studiato la frequenza della trasmissione del virus, usando sempre il preservativo per un anno, tra coppie di marito e moglie nelle quali uno solo dei due partners è sieropositivo. In questo studio è emerso che ben il 30% delle persone sane si è ammalato nell'arco di un anno; ciò a dimostrare che questi soggetti, nonostante l'uso continuato del preservativo, sono stati contagiati dal loro coniuge.

Una percentuale strabiliante che, se confermata, inficia del tutto il comune pensare di tanti promotori delle campagne del "sesso sicuro". Sostenere, come fanno molti messaggi pubblicitari, che l'uso del preservativo garantisca totalmente da rischi di contagio, è del tutto falso. Se il messaggio fosse accolto acriticamente - come purtroppo avviene spesso - dai nostri studenti, in ogni classe 6-7 dei nostri ragazzi (appunto circa il 30 %) rischierebbero pericolosamente di essere sacrificati alle campagne del "sesso sicuro". Vien da chiedersi quanti genitori sarebbero disposti a sottoscrivere tali campagne. E quanti giovani, se informati della verità, sarebbero disposte ad accoglierle acriticamente, come spesso oggi avviene. Infine, oltre al fatto che il preservativo presenta veri e propri tunnel che permettono il passaggio del virus all'esterno dello stesso, non dimentichiamoci che il profilattico durante il rapporto può subire lacerazioni (i preservativi nuovi hanno una probabilità di lacerarsi del 3,6%, quelli vecchi di qualche anno fino al 18,6%); può, se non utilizzato correttamente, provocare passaggio di liquido seminale, e con esso anche il virus Hiv, e, da ultimo, può sfilarsi. Se sommiamo tutti questi rischi dobbiamo necessariamente essere d'accordo con il parere autorevole del professor Leopoldo Salmaso, medico epidemiologo e aiuto infettivologo presso l'ospedale di Padova, parere confermato dai risultati delle ricerche condotte dal Federal Drugs Administration, l'ente che negli Stati Uniti controlla i medicinali: "Il preservativo può ritardare il contagio, ma non arrestarlo". La conclusione si impone: contare sui preservativi è far la corte alla morte.

A questo punto sorge spontanea una domanda: perchè i risultati di queste ricerche non sono noti all'opinione pubblica? Forse per non ingenerare un panico di massa? Ma quando c'e` di mezzo la nostra salute, non abbiamo tutti il diritto di sapere? Non sarà che la vendita di preservativi fattura milioni di dollari in tutto il mondo e simili notizie segnerebbero la fine di un così imponente business? Domande che attendo risposta. Tornando invece al problema di come debellare l'AIDS, che cosa possiamo fare di realmente efficace per fermare questa malattia, dato che i preservativi offrono così poche garanzie? Qual e` la vera strada del sesso sicuro? La sola strada che dà certezza di non contrarre il virus attraverso rapporti sessuali è proprio quella di non avere rapporti sessuali: la strada dell'astensione sessuale, proprio quella tanto derisa, gabellata per retrograda, qualificata come castrante la personalità dei nostri giovani. Eppure, il ragionamento non fa una piega. Il professor Salmaso ci aiuta con un esempio pubblicato su Avvenire: "Se un bambino ha il morbillo, abbiamo due modi per arginare l'infezione. Eliminare il rischio di contagio tenendolo a casa, oppure mandarlo a scuola facendogli indossare una mascherina. Va da sè che questo secondo criterio è assai più insicuro rispetto al primo. Portando la mascherina il bambino contagerebbe i compagni di scuola in quindici giorni, anzichè in uno. Ma il risultato sarebbe ugualmente quello di un'epidemia generalizzata". Questo è quanto può accadere, fatte le debite proporzioni, quando si una persona sieropositiva utilizza il preservativo. Non è certa di evitare il contagio, ma solo di ritardarlo. Naturalmente, soluzione efficace e raccomandabile è la fedeltà reciproca nel matrimonio. Ma, guarda caso, qui torniamo al recupero di quella visione monogamica della coppia, proclamata dalla Chiesa sin dall'inizio della sua bimillenaria storia. Ancora una volta questi cattolici. Che abbiano ragione anche quando parlano di preservativo?

Ricorda:

Il preservativo presenta fori il cui diametro è 50 volte più grande della grandezza del virus dell'AIDS

L'astensione dai rapporti sessuali con persone sieropositive e la fedeltà reciproca nel matrimonio sono l'unica garanzia sicura contro il contagio.

Studi epidemiologi, scientificamente condotti, dimostrano come nel 7-15% dei casi, fino al 30% in alcuni studi, l'infezione si verifichi nonostante l'uso del preservativo.

AVETE LETTO?
Così, se da un lato se usato bene, può aiutare chi non non si astine, chi non è fedele, chi va dalle prostitute, dall'altro può far prendere comunque malattie!

Comunque, dipende da noi!
Dobbiamo essere noi a saperci controllare, ad avere buon senso e a saper prevenire malattie brutte come l'HIV/AIDS, il tumore, l'Epatite e così via!!!!
La prevenzione, in un modo o in un altro Aiuta!
Dunque: stiamo attenti e riguardiamoci!
LA VITA PRIMA DI TUTTO!
 
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