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"Non c'è nulla da dire: c'è solo da essere, c'è solo da vivere." Piero Manzoni,1960

mercoledì, luglio 12, 2006

Syd Barrett, genio e sregolatezza


11/7/2006
Syd Barrett, genio e sregolatezza
A 24 anni cervello bruciato dall'Lsd

Bruciato dagli acidi dell'Lsd. Syd Barrett, l'anima dei Pink Floyd, a meno di 24 anni ha detto addio alla musica. Da allora su di lui è sceso il silenzio, fino alla morte avvenuta a 60 anni. Eppure Barrett era il "diamante pazzo" della band, come Waters lo ribattezzò in una canzone. A 14 anni, già talento precoce, si sfogava con la prima chitarra, componendo allucinate canzoni jazz e blues.
Syd Barrett

Dai suoi due bluesman preferiti, Pink Anderson e Floyd Council, Syd coniò il nome del gruppo che mise insieme, con Waters, Mason e Wright, nella natia Cambridge: sono i Pink Floyd.

E' il 1966, i primi singoli sono uno shock per la musica inglese. Soprattutto il secondo, "See Emily Play". In un locale londinese, l'Ufo, i Pink Floyd si producono in esibizioni incredibili: è lì che Syd inventa il "Light show". Un modo di muoversi sulla musica, in armonia con le luci. "Era estremamente poetico, e potevi quasi dire che prendeva vita in quegli spettacoli di luce" racconta chi lo ha visto. In piena epoca Beatles, con alle porte la rivoluzione del '68, arriva il disco, "The Pipes at the gates of down", nel 1967. Composto quasi totalmente da Barrett è una summa della musica psichedelica di sempre. Un disco persino troppo che ottiene comunque un grande successo e proietta i Pink Floyd sulle prime pagine delle riviste specializzate. Ma per Syd il successo vuol dire stress, panico da concerto, nevrosi. La massiccia assunzione di Lsd, che certo ha aiutato le sue creazioni, mina una psiche già oscillante. Il leader indiscusso dei Pink Floyd fa fatica a suonare in pubblico, scrive testi sempre più allucinati, spesso dice frasi sconnesse. Arriva a un passo dalla follia. Il gruppo, preoccupato, lo sostituisce per i concerti con un giovanissimo chitarrista di nome David Gilmour.

A 21 anni, Syd è una scheggia impazzita. Nei concerti smette di cantare improvvisamente, o canta la stessa nota per lunghi minuti, perso dietro chissà quali ispirazioni. Nel successivo disco, "A Saucerful of Secrets" del 1968, Syd firma un'unica canzone, "Jugband blues". I Pink Floyd cercano allora di salvare la vena compositrice di Barrett, tentando di ritagliargli un ruolo puramente di scrittura. Ma il tentativo fallisce.

L'addio di Barrett al pubblico è un memorabile concerto all'"Olympia Theatre" di Londra, Nel 1970, l'album "Barrett" segna il crollo definitivo: i dissidi tra Gilmour e Barrett sulla struttura dei pezzi e le difficoltà di registrazione portano Syd dritto in ospedale psichiatrico. La diagnosi è "instabilità mentale". Barrett sparisce e i Pink Floyd, condotti per mano da Waters, diventano una band miliardaria.

Del vecchio leader resta il rimpianto, che viene cantanto in brani come "Wish you were here", dedicato ancora nel 2005, durante la reunion dei Pink Floyd per il Live8, proprio a lui.
da http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo318347.shtml
 
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