Hiv/Aids e violazioni dei diritti umani
Hiv/Aids e violazioni dei diritti umani
In occasione della Giornata mondiale di lotta all’Hiv, Amnesty International denuncia sei contesti in cui si verificano violazioni dei diritti umani collegate direttamente all’Hiv/Aids.
Mancanza di accesso alle informazioni
Un’informazione adeguata ha un ruolo vitale per garantire una riduzione dello stigma associato all’Hiv/Aids e migliorare la prevenzione, che dipende da informazioni chiare, scientificamente valide e che non contengano giudizi sulle persone. L’informazione ha un ruolo chiave anche per mettere in grado le persone che vivono con l’Hiv di fare scelte consapevoli sulla propria salute e poter accedere al migliore trattamento farmacologico disponibile. Informazione e conoscenza sono due fattori decisivi nella lotta alla discriminazione. I governi possono porre restrizioni alla libera discussione e all’informazione, ravvedendo in esse una minaccia ai valori che dichiarano di sostenere. I donatori possono limitare i finanziamenti, impedendo il lavoro di organizzazioni che forniscono informazioni sulla salute sessuale e sull’uso dei preservativi. Gruppi culturali o religiosi possono cercare di impedire un dibattito su temi da loro giudicati inopportuni. Altri soggetti non legati alle istituzioni possono minacciare i difensori dei diritti umani che svolgono attività di informazione sulla prevenzione dell’Hiv/Aids.
Ineguale accesso al trattamento
Meno del 15% di coloro che necessitano di farmaci retrovirali nei paesi in via di sviluppo hanno accesso a questo trattamento. Chi convive con l’Hiv/Aids ha bisogno di misure di prevenzione e di cure mediche per evitare infezioni opportunistiche, ma anche in questo caso l’accesso è ineguale. Molte persone che hanno contratto l’Hiv/Aids vengono trattate in maniera differente rispetto ad altri pazienti, con scarso rispetto per la privacy o addirittura con la negazione di un trattamento. In diversi paesi sono in vigore meccanismi inadeguati per ottenere un risarcimento in caso di discriminazione. I servizi sanitari e il personale medico in paesi colpiti pesantemente dalla pandemia non sono in grado di affrontare le sfide poste dall’Hiv/Aids in assenza di nuovi investimenti in strutture e risorse umane. Le persone prive di mezzi economici non sono in grado di pagare il trattamento o le spese di viaggio per recarsi in un centro dove ricevere le cure.
Discriminazioni nel settore dell’impiego
Le persone colpite da Hiv/Aids possono vedersi negare un impiego, subire discriminazioni sul posto di lavoro o essere licenziate. In alcuni casi, esse sono costrette a sottoporsi a un test dell’Hiv o a dimostrare la propria sieronegatività a un potenziale datore di lavoro. La povertà, associata alla mancanza di lavoro, è uno dei principali veicoli della pandemia e impedisce di pagare le spese di viaggio e l’acquisto di prodotti alimentari anche nei paesi in cui il trattamento è gratuito. Coloro che difendono i diritti delle persone che convivono con l’Hiv/Aids possono subire discriminazioni nel mondo del lavoro.
Altre forme di discriminazione e riprovazione sociale
Chi convive con l’Hiv/Aids va incontro all’esclusione sociale in molti campi: viaggi, abitazione, educazione e partecipazione alla società civile. Lo stesso può capitare ai familiari. I mezzi per cercare un rimedio legale a queste discriminazioni sono spesso deboli o inesistenti. La discriminazione basata sull’orientamento sessuale è diffusa e rappresenta una forte barriera per accedere ai trattamenti e favorire la prevenzione. Chi difende i diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali va incontro alla medesima discriminazione. In molti paesi, le persone che fanno uso di droga e coloro che offrono prestazioni sessuali a pagamento sono tagliate fuori dalle informazioni utili per proteggere se stesse dall’Hiv e questa situazione le espone a un rischio maggiore di contrarre l’infezione e contribuire alla sua diffusione.
Diritti dei bambini
I bambini contraggono il virus attraverso la trasmissione madre-figlio, iniezioni effettuate con aghi sporchi, contatti sessuali e abusi sessuali. Essi devono avere accesso a informazioni che tengano conto della loro età, a consulenze, testi e trattamenti adeguati, al sostegno e alle cure specialmente se i loro genitori hanno contratto il virus o sono morti. I bambini colpiti da Hiv/Aids vengono discriminati in molti contesti, dagli asili nido alle scuole, fino a essere talvolta esclusi dagli istituti scolastici, in evidente violazione del loro diritto all’educazione.
Discriminazione e violenza contro le donne
Le donne sono particolarmente colpite dall’Hiv/Aids. La maggior parte delle nuove infezioni riguarda oggi soprattutto loro. A determinare questo crescente rischio sono fattori biologici e sociali. Esse hanno minore accesso e controllo dei mezzi di prevenzione, come i preservativi, e all’informazione, a causa della violenza basata sul genere, della discriminazione e di varie costrizioni cui vanno incontro. Inoltre, possono essere oggetto di ulteriore violenza quando informano il partner della propria sieropositività. In molti paesi le donne e gli uomini non hanno accesso alle informazioni e ai servizi sanitari riguardanti i diritti sessuali e riproduttivi e questo comporta un aumento del rischio di infezioni e di gravidanze indesiderate. La pratica dei matrimoni precoci e la violenza in famiglia o nella propria comunità espone maggiormente le donne al virus.
1.12.2005
In occasione della Giornata mondiale di lotta all’Hiv, Amnesty International denuncia sei contesti in cui si verificano violazioni dei diritti umani collegate direttamente all’Hiv/Aids.
Mancanza di accesso alle informazioni
Un’informazione adeguata ha un ruolo vitale per garantire una riduzione dello stigma associato all’Hiv/Aids e migliorare la prevenzione, che dipende da informazioni chiare, scientificamente valide e che non contengano giudizi sulle persone. L’informazione ha un ruolo chiave anche per mettere in grado le persone che vivono con l’Hiv di fare scelte consapevoli sulla propria salute e poter accedere al migliore trattamento farmacologico disponibile. Informazione e conoscenza sono due fattori decisivi nella lotta alla discriminazione. I governi possono porre restrizioni alla libera discussione e all’informazione, ravvedendo in esse una minaccia ai valori che dichiarano di sostenere. I donatori possono limitare i finanziamenti, impedendo il lavoro di organizzazioni che forniscono informazioni sulla salute sessuale e sull’uso dei preservativi. Gruppi culturali o religiosi possono cercare di impedire un dibattito su temi da loro giudicati inopportuni. Altri soggetti non legati alle istituzioni possono minacciare i difensori dei diritti umani che svolgono attività di informazione sulla prevenzione dell’Hiv/Aids.
Ineguale accesso al trattamento
Meno del 15% di coloro che necessitano di farmaci retrovirali nei paesi in via di sviluppo hanno accesso a questo trattamento. Chi convive con l’Hiv/Aids ha bisogno di misure di prevenzione e di cure mediche per evitare infezioni opportunistiche, ma anche in questo caso l’accesso è ineguale. Molte persone che hanno contratto l’Hiv/Aids vengono trattate in maniera differente rispetto ad altri pazienti, con scarso rispetto per la privacy o addirittura con la negazione di un trattamento. In diversi paesi sono in vigore meccanismi inadeguati per ottenere un risarcimento in caso di discriminazione. I servizi sanitari e il personale medico in paesi colpiti pesantemente dalla pandemia non sono in grado di affrontare le sfide poste dall’Hiv/Aids in assenza di nuovi investimenti in strutture e risorse umane. Le persone prive di mezzi economici non sono in grado di pagare il trattamento o le spese di viaggio per recarsi in un centro dove ricevere le cure.
Discriminazioni nel settore dell’impiego
Le persone colpite da Hiv/Aids possono vedersi negare un impiego, subire discriminazioni sul posto di lavoro o essere licenziate. In alcuni casi, esse sono costrette a sottoporsi a un test dell’Hiv o a dimostrare la propria sieronegatività a un potenziale datore di lavoro. La povertà, associata alla mancanza di lavoro, è uno dei principali veicoli della pandemia e impedisce di pagare le spese di viaggio e l’acquisto di prodotti alimentari anche nei paesi in cui il trattamento è gratuito. Coloro che difendono i diritti delle persone che convivono con l’Hiv/Aids possono subire discriminazioni nel mondo del lavoro.
Altre forme di discriminazione e riprovazione sociale
Chi convive con l’Hiv/Aids va incontro all’esclusione sociale in molti campi: viaggi, abitazione, educazione e partecipazione alla società civile. Lo stesso può capitare ai familiari. I mezzi per cercare un rimedio legale a queste discriminazioni sono spesso deboli o inesistenti. La discriminazione basata sull’orientamento sessuale è diffusa e rappresenta una forte barriera per accedere ai trattamenti e favorire la prevenzione. Chi difende i diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali va incontro alla medesima discriminazione. In molti paesi, le persone che fanno uso di droga e coloro che offrono prestazioni sessuali a pagamento sono tagliate fuori dalle informazioni utili per proteggere se stesse dall’Hiv e questa situazione le espone a un rischio maggiore di contrarre l’infezione e contribuire alla sua diffusione.
Diritti dei bambini
I bambini contraggono il virus attraverso la trasmissione madre-figlio, iniezioni effettuate con aghi sporchi, contatti sessuali e abusi sessuali. Essi devono avere accesso a informazioni che tengano conto della loro età, a consulenze, testi e trattamenti adeguati, al sostegno e alle cure specialmente se i loro genitori hanno contratto il virus o sono morti. I bambini colpiti da Hiv/Aids vengono discriminati in molti contesti, dagli asili nido alle scuole, fino a essere talvolta esclusi dagli istituti scolastici, in evidente violazione del loro diritto all’educazione.
Discriminazione e violenza contro le donne
Le donne sono particolarmente colpite dall’Hiv/Aids. La maggior parte delle nuove infezioni riguarda oggi soprattutto loro. A determinare questo crescente rischio sono fattori biologici e sociali. Esse hanno minore accesso e controllo dei mezzi di prevenzione, come i preservativi, e all’informazione, a causa della violenza basata sul genere, della discriminazione e di varie costrizioni cui vanno incontro. Inoltre, possono essere oggetto di ulteriore violenza quando informano il partner della propria sieropositività. In molti paesi le donne e gli uomini non hanno accesso alle informazioni e ai servizi sanitari riguardanti i diritti sessuali e riproduttivi e questo comporta un aumento del rischio di infezioni e di gravidanze indesiderate. La pratica dei matrimoni precoci e la violenza in famiglia o nella propria comunità espone maggiormente le donne al virus.
1.12.2005
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